Twitter ha bloccato 31 accounts che raccoglievano i tweets cancellati dai politici di trenta paesi. A dare la notizia un comunicato stampa della Open State Foundation, organizzazione con sede ad Amsterdam che gestiva gli account social, raccolti sotto il sito Politwoops e chiusi, lo scorso weekend, dall’azienda di San Francisco.
Twitter si è giustificata dicendo che la decisione, presa dopo “profonde discussioni interne e considerando accuratamente svariati fattori”, riguarda la libertà di usare il mezzo di comunicazione: “Immaginate quando stressante, addirittura terrificante, potrebbe diventare twittare su fosse tutto immutabile ed eterno? Cancellate un tweet è comunque una libera espressione dell’utente”, si legge infatti nel comunicato stampa.”
Politwoops è un progetto iniziato nel 2010 nel corso di una Hackaton tenutasi nei Paesi Bassi. In cinque anni, e sotto l’egida della Open State Foundation, sito e relativi accounts sono stati utilizzati dai giornalisti di mezzo mondo, con accesso a un archivio che spaziava dallo Stato del Vaticano alla Corea del Sud.

Arjan El Fassed, ex-parlamentare dei Verdi e direttore della Open State, si è detto piuttosto critico sulla decisione di Twitter: “Ciò che dicono i politici è materia di pubblico dominio, e anche quando i tweet vengono cancellati, fanno sempre parte della storia parlamentare. Non si tratta di annotare errori di battitura, ma mostrare come i messaggi di politici eletti cambino senza che ve ne sia notizia.”
E nella lista dei paesi dove l’account Twitter di Politwoops è stato bloccato, non poteva certo mancare l’Italia.
