di Massimiliano Sfregola
Qualche settimana fa, anche Italia, la stampa quotidiana ha parlato della situazione dei richiedenti asilo del “Vluchtgarage“; in un breve articolo apparso sul quotidiano Libero, dal titolo “Anche l’Olanda si è rotta di accogliere”, la giornalista Maria Cristina Giongo si è occupata della vicenda dei rifugiati e del caso politico scoppiato a margine. E lo ha fatto con una ricostruzione dei fatti ben lontana dalla realtà riportata dai media olandesi, dalle ong e dalle organizzazioni internazionali.
Certo, il giornale diretto da Belpietro, non è la fonte che verrebbe in mente di suggerire a chi fosse alla ricerca di informazioni certe e verificate su una questione come quella dei migranti ma il limite tra fatti accaduti oppure travisati (o mai avvenuti) dovrebbe essere chiaro a tutti. Anche ad una testata “di parte” sul tema. L’articolo, tra inesattezze, approssimazioni e una storia costruita su fatti mai accaduti, nei modi descritti, rende un pessimo servizio giornalistico: ad esempio, non è vero, come scrive la giornalista di Libero che il parere del Consiglio d’Europa (non della Corte europea per i diritti umani, come riportato) è stato un “improvviso ed inatteso giudizio”: il Consiglio d’Europa si era già espresso a novembre sul tema, invitando l’Olanda a rispettare i precetti della Carta sociale europea e prima di allora, per la questione del “bed, bath, bread”, il governo dei Paesi Bassi era già stato sotto scrutinio . Sarebbe bastato verificare i moniti giunti anche dall’ONU per accorgersi che no, nessun fulmine a ciel sereno. Ma questo sarebbe poco, rispetto a quanto la Giongo scrive nei passaggi successivi: “…il partito dei lavoratori di Diederik Samsom ( PvdA), in disaccordo. Il primo vorrebbe rimandarne la maggior parte indietro, il secondo ritiene che per prima cosa bisognerebbe offrire loro un ricovero dignitoso. «Ma dignitoso non vuol dire di lusso», ha contestato al suo leader proprio uno dei deputati del PvdA ” Lusso? Il dibattito è sempre stato sul “bed, bath, bread” ovvero sull’assistenza umanitaria a quei rifugiati ai quali è stata respinta la richiesta d’asilo. Per questi ultimi, la legge olandese prevede l’espulsione dai centri di detenzione: in strada, quindi, senza documenti e senza un soldo. Altro che villa con piscina, qui la discussione è su un pasto a fine giornata per un migrante senza documenti e senza possibilità di lavorare, non certo sul diritto alla tv al plasma.
Il pezzo poi prosegue: il Vluchtgarage sarebbe stato occupato 2 giorni prima dello sgombero avvenuto ad aprile; in realtà, l’occupazione risale alla fine del 2013 e i migranti non erano a bivaccare [sic] a Vondelpark ma sono andati nell’unico posto, un parco pubblico, dove non rischiavano di essere dispersi dalla polizia. Poi non è mai accauto che la polizia “invitasse” i migranti a recarsi nei centri di detenzione: ma come, il problema era che la legge impedisce ai 130 (non i 70 come scritto) di accedere ad assistenza umanitaria presso i centri e la polizia di Amsterdam,cosa avrebbe fatto, sempre secondo la giornalista di Libero, li avrebbe invitati proprio a rivolgersi a quei centri? E poi non è vero che i migranti avrebbero rifiutato questa sistemazione perchè “non abbastanza di lusso”: il sindaco aveva accettato di consentire solo a 70 di loro di usufruire temporaneamente delle strutture ma dalle 23 alle 7 del mattino (e non dalle 17 alle 9, come scritto).
Queste informazioni, come le abbiamo verificate (e continuiamo a verificarle) anche noi di 31mag, un piccolo sito indipendente, a maggior ragione dovrebbe verificarle un quotidiano nazionale. Quello in corso nel quadrante sud-est d’Europa, e con direttiva sud-nord, è il più grande esodo per motivi umanitari dal dopoguerra e se un minimo di pragmatismo sulle soluzioni è proprio impossibile pretenderlo da tutti, che almeno si scrivano cose vere e verificate.
Calcare la mano è un conto, raccontare fatti mai avvenuti un altro.
Pic source: +31mag.nl