Un rapporto pubblicato ieri da Eerlijke Verzekeringswijzer, portale olandese di finanza etica che tiene d’occhio banche e assicurazioni, e dall’istituto di ricerca Profundo, dimostra come le più grandi compagnie assicurative dei Paesi Bassi investano pesantemente nell’industria internazionale delle armi.
Otto assicurazioni su dieci con sede nei Paesi Bassi, dice il rapporto, hanno investito 6,8 miliardi di euro in 15 diversi colossi della produzione bellica, dal 2010 al 2014. In ordine di grado troviamo quindi Allianz (2,6 miliardi), Legal&General (2 miliardi), APG (984 milioni), Aegon (805 millioni), NN Group (235 million), Generali (43 millioni), Delta Lloyd (18 millioni) e SNS Reaal (3 milioni). Tra i beneficiari troviamo invece Airbus, all’inglese BAE Systems fino all’italiana Finmeccanica passando per le più conosciute Lockheed Martin e Northrop Grumman.
In un comunicato stampa ufficiale, rilasciato sempre nella giornata di ieri, si legge inoltre che i paesi destinatari degli armamenti sono spesso e volentieri soggetti a misure di embargo, segnati da regimi illiberali, da instabilità politica o corruzione endemica: Egitto, Iraq, Libia, Nigeria, Israele, Pakistan e Arabia Saudita solo per citarne alcuni.
Il problema, conclude il rapporto, sembra essere l’assenza o la non applicazione di politiche etiche che impediscano alle suddette compagnie di investire denaro nella produzione di armi. Fino a che non si vedranno cambi di “policy”, quindi, molte assicurazioni continueranno a finanziare, anche se indirettamente, la produzione di elicotteri da guerra, carri armati e bombe a grappolo.