Secondo l’organo consultivo più importante del governo, è necessario sostenere tutti i rifugiati con permessi di residenza nella ricerca di un’occupazione.
Stando ai dati emersi nelle recenti ricerche, il 25% dei richiedenti asilo che avevano ricevuto lo status di rifugiato formale nel 2014 ha trovato un lavoro solo dopo 3 anni e mezzo. Gli altri dipendono dal sostegno dell’assistenza sociale.
‘Eppure c’è una grave carenza di richieste per i posti di lavoro attualmente offerti’, ha detto la presidente della SER Mariette Hamer in un’intervista con l’emittente NOS. “I rifugiati dovrebbero essere impiegati più rapidamente.”
Tuttavia, perché questo sia possibile, bisognerebbe risolvere tutte le difficoltà connesse all’ingresso nel mondo del lavoro. Prima di tutto quella di combinare lavoro con apprendimento della lingua, che, secondo il rapporto SER, è in cima alla lista delle priorità. In più, un altro problema concerne i tempi di rilascio dei documenti di residenza ufficiali. Questa procedura, infatti può richiedere anni e nel frattempo per i rifugiati risulta impossibile lavorare.
Amsterdam e Utrecht sono virtuose
Secondo il rapporto SER, in alcune città, come Utrecht e Amsterdam, i funzionari adottano un approccio ad personam, aiutando i rifugiati a utilizzare le competenze già acquisite in passato.
Tuttavia, è necessario fare di più, perché ci sia uno scambio fluido di prassi e competenze tra le autorità locali.
“Abbiamo bisogno di investire in queste persone. Sono bloccati e restano in attesa insieme ai loro figli, mentre è fondamentale integrarli”, ha detto Hamer. “Se lavorano, contribuiscono alle nostre tasse, rendendo possibile il recupero degli investimenti“.