Le varianti britannica, sudafricana e brasiliana del Covid, sembrano un freno per la corsa al vaccino e alla possibilità di uscire da questa pandemia infinita. La domanda che in tanti si fanno è la seguente: i vaccini messi a punto fino ad oggi funzionano con le mutazioni del Covid?
“La variante britannica è diversa dalle mutazioni precedenti perché si stima che sia circa il 30% più contagiosa. Pfizer ha quindi cercato in laboratorio la presenza di anticorpi nel sangue delle persone vaccinate. È stato scoperto che questi anticorpi neutralizzano sia la variante britannica che quella già nota”, scrive NOS. La mutazione UK, quindi, è molto contagiosa ma il vaccino sembra sia un argine contro di essa.
Quella sudafricana sembra sia un’altra storia: sarebbe più resistente e aggressiva nei confronti delle cellule umane. Ma come il coronavirus originale, anche le varianti funzionano con la proteina “spike”, il gancio con il quale il virus si aggrappa alle cellule, e per questo gli studiosi ritengono che il vaccino sia efficace anche con queste.
Tuttavia, i ricercatori sudafricani gettano un’ombra sulla teoria: in pratica, sembra che gli anticorpi naturali delle persone che hanno avuto in precedenza il Covid non funzionino con la variante sudafricana. “Se il nostro sistema immunitario non produce gli anticorpi corretti per riconoscere la variante sudafricana, la domanda è se i vaccini lo faranno”, dice NOS.
Pfizer sta già lavorando a questa situazione e presto dovrebbe essere chiaro se il vaccino funziona o meno con la mutazione del Sudafrica. In ogni caso, anche se meno, potrebbe comunque funzionare, rendendo meno grave il contagio da variante sudafricana. Il vaccino già esistente può essere adattato in fretta, dicono gli studiosi.