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I nostalgici olandesi del Fuhrer: vecchi slogan, molti disordini e pochi voti

di Alessandro Pirovano

 

Nel maggio 1940 la neutralità dei Paesi Bassi era ormai diventata solo un ricordo mentre le truppe della Wermacht tedesche la invadevano e la occupavano. Nella nuova fase, dopo la fuga dei Reali olandesi, l’amministrazione nazista fece affidamento sui cugini olandesi del NSB, Nationaal-Socialistische Beweging ( Movimento Nazionalsocialista Olandese), i cui membri aiutarono gli occupanti tedeschi, soprattutto, nel portare avanti la persecuzione antisemita. Mentre la guerra si stava per concludere, nel 1944, la Regina Guglielmina da Londra, firmò un provvedimento di messa fuori legge dell’NSB e di altre 30 organizzazioni satelliti a cui seguì, una volta scacciato l’invasore tedesco, la cattura e l’imprigionamento di circa 100.000 collaborazionisti. Per gli appartenenti dell’estrema destra del Paese, insomma, si apriva un periodo di emarginazione e di esilio dalla scena politica. Ogni tentativo di rimettere in piede una forza più o meno, dichiaratamente fascista non sarebbe stato tollerato dalle autorità. Qualche appiglio, negli anni del dopoguerra, agli appartenenti dell’estrema destra fu offerto da partiti di destra conservatrice, come il Boerenpartij (Partito degli agricoltori), che ospitarono nelle loro liste alcuni personaggi dal passato pieno di ombre.

Dall’NSB all’NVU: nuovi fascisti (ma pochi voti)

Una svolta, però, fu rappresentata dalla nascita nel 1971 del partito NVU, Nederlandse Volks-Unie (Unione del Popolo Olandese) che vedeva tra i suoi fondatori alcuni precedenti membri del NSB. Nei primi anni la componente nostalgica risultò prevalente e il partito fece ben poco per farsi notare sulla scena politica. Un cambio di rotta fu impersonificato dall’entrata in campo di Joop Glimmerveen nel 1974, che apparteneva alla generazione successiva di militanti di estrema destra. Aveva combattuto in Corea e suo nemici erano, in primo luogo, gli Stati Uniti cosmopoliti, l’immigrazione e la globalizzazione che stava muovendo i suoi primi passi. Egli fu in grado di far irrompere il partito sulla scena politica, pur senza mai ottenere risultati elettorali significativi (il massimo a livello nazionale fu 0.4%). Il suo grande merito, però, fu sia “culturale” che “comunicativo”: alcune delle parole d’ordine agitate dal partito furono riprese e rilanciate dai media, facendole conoscere e sdoganandole presso il pubblico. La capacità di Joop Glimmervee di scuotere la società olandese, cominciando a avvelenare il discorso pubblico con richiami identitari, spesso coniugati in veste razzista e xenofoba, portò l’NVU a sfondare il muro di silenzio, che da anni lo avvolgeva, ma ne segnò anche l’inizio della fine.

Il declino, la magistratura e le proteste contro gli AZC

Il successo della formazione olandese attraverso le sue parole d’ordine radicali, infatti, spinse la magistratura a seguirla più da vicino: nel 1978 arrivarono le prime sentenze che dichiaravano l’NVU fuori legge. Nonostante l’annullamento della decisione l’anno successivo, il momentum per il NVU era ormai passato, dando inizio alla sua crisi inarrestabile, aggravata anche da divisioni interne.

Il NVU ha conosciuto, però, una seconda vita a partire dalla fine degli anni 90’ quando il vecchio leader Glimmervee, insieme a reclute più giovani, decise di riaprire i battenti dell’NVU. Venne fondata una sezione giovanile e la base militante guadagnò nuovi membri e simpatizzanti. Insieme alle altre nuove organizzazioni di estrema destra, l’NVU si è rinforzato grazie alle tensioni etniche che hanno attraversato i Paesi Bassi, raggiungendo l’apice con l’assassinio di Theo Van Gogh, mentre si è trovato impreparato o non ha voluto tradurre in consenso politico le vicende della cosiddetta “gioventù Lonsdale”. Gruppi di giovani privi di una direzione centrale che compivano atti di violenza (aggressioni, pestaggi ecc.) contro gli stranieri e le minoranze etniche.

Negli ultimi tempi,  l’NVU, così come altri gruppi minoritari dell’estrema destra, ha cavalcato il malcontento di alcuni strati della popolazione per l’arrivo dei rifugiati, prendendo parte a molte delle proteste, sfociate in atti di violenza.

Leader del partito è Constant Kusters, noto per le simpatie neonaziste, indagato nel 2012 dal tribunale di Almelo per alcune frasi a sfondo razzista e discriminatorio, pronunciate durante un corteo.

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