Brücke-Osteuropa, Public domain, via Wikimedia Commons
In seguito alla nostra pubblicazione del rilancio di un articolo di De Volkskrant in cui si legge che la società di TLC Huawei è stata in grado di intercettare i numeri di cellulare dal provider di telecomunicazioni olandese KPN, l’azienda ci scrive per smentire quanto riportato dal quotidiano.
Ecco la nota che abbiamo ricevuto dall’azienda:
“Huawei Olanda non ha e non ha mai avuto accesso a dati ottenuti tramite intercettazioni legali. Huawei Olanda non è stata in grado di ascoltare le conversazioni del Primo Ministro o di chiunque altro. Gert-Jan van Eck, COO di Huawei Olanda, ha spiegato che “l’affermazione secondo cui il Primo Ministro potrebbe essere stato ascoltato da noi è completamente falsa e, inoltre, sottostima la sicurezza dell’ambiente di intercettazione. Semplicemente non è possibile”.
Gli articoli si riferiscono anche a sei dipendenti che avrebbero ottenuto accesso non autorizzato alle informazioni sui clienti KPN. La verità è semplice: questi dipendenti ricadevano sotto la diretta responsabilità di KPN e non di Huawei Olanda. La verità dei fatti è confermata dalla dichiarazione di KPN: “All’epoca, la manutenzione della rete mobile principale era eseguita da KPN, supportata da Huawei”. I dipendenti Huawei non avevano alcun accesso non autorizzato alla rete e ai dati di KPN, né alcun dato è stati estratto da quella rete. Huawei non ha mai avuto la possibilità di visualizzare il rapporto del 2010. I fatti ipotizzati nell’articolo sono quindi a nostro avviso errati.”
La nota della società cinese, conclude sottolineando di non aver mai agito in violazione della legge olandese. “Huawei ha fatto della sicurezza informatica e della protezione della privacy la sua massima priorità in tutto il mondo”.