L’epidemiologo Marius Gilbert, alla conferenza del 16 novembre, ha parlato della riapertura delle scuole, dopo l’interruzione dovuta al covid. I bambini sono tornati a scuola, dopo settimane di interruzione, proprio il 16 novembre. L’esperto dichiara che: “la trasmissione può avvenire nelle scuole, ma non in proporzioni allarmanti. Gli studi dimostrano che il tasso di contagio del virus, trasmesso da un adulto si aggira intorno al 30%, mentre quando si tratta di un bambino, è di circa il 10%. Inoltre, quando il virus arriva da una persona asintomatica, anche il rischio di trasmissione all’interno della famiglia è molto più basso. I bambini sono molto meno sintomatici degli adulti. Quindi, sì, i bambini possono ammalarsi, ma sono molto raramente sintomatici e comunque i sintomi sono molto minori. Perciò, i bambini sono molto meno a rischio di trasmissione rispetto agli adulti“.
“Non si eslude totalemente il rischio di contagio nelle scuole: la trasmissione non proviene solo dai bambini, ma anche dagli insegnanti. Nonostante questo, con le scuole aperte, il tasso di contagio sarebbe ancora inferiore a 1″, continua. Sono state adottate misure per ridurre la trasmissione nelle scuole, ma anche al di fuori della scuola. “Quando la diffusione è rallentata, non dipendeva sicuramente solo dalla chiusura delle scuole”. In termini di tempistica, la situazione è migliorata nello stesso momento in cui sono entrate in vigore le restrizioni per il settore Horeca. Quindi pensiamo che sia possibile mantenere il tasso di riproduzione al di sotto di 1, pur avendo le scuole aperte“, dice Gilbert.
“Anche i bambini sono stati esposti: le percentuali di diffusione nelle fasce d’età più giovani, non sono molto diverse da quelle degli adulti”. Il comune di Courcelles, ha voluto imporre l’uso della mascherina ai bambini con meno di 12 anni. Secondo Marius Gilbert, “mancano i dati per misurare la reale efficacia” di questo tipo di misure. “Il disagio e l’impatto psicologico creati, sono accertati, mentre il beneficio è minimo“. Di fronte alle derive del complotto, Gilbert ritiene che “il dubbio scientifico è ancora presente. Le decisioni provengono da dati empirici, non vogliamo che la gente pensi che abbiamo informazioni scientifiche tali da fare affermazioni categoriche”.