In Belgio, emerge una certa diffidenza nei confronti del vaccino contro il covid. “Sarà complicato, ma bisognerà convincere otto milioni di belgi a vaccinarsi”, dichiara Jean Stéphenne, che presiede l’azienda farmaceutica tedesca CureVac. La Commissione europea ha convalidato con Stéphenne un contratto per l’acquisto di futuri vaccini contro il covid. “Bisognerà decidere razionalmente e non cedere alle emozioni“, afferma, come riporta RTBF. Jean Stéphenne, che è stato anche il capo della GSK, di cui ha sviluppato la divisione vaccini in Vallonia, assicura che sarà complicato vaccinare 8 milioni di belgi.
“Sarà più complesso nel Belgio francofono che nelle Fiandre: i francofoni sono molto influenzati dalla Francia, che è uno dei paesi dove la maggioranza ha diffidenza nel vaccino“, spiega. Secondo lui, gli anziani saranno facili da convincere, mentre per i giovani sarà più complicato. Il 30% dei belgi non è favorevole al vaccino, come rivela un sondaggio condotto dall’agenzia IPSOS. L’indagine, svolta in 27 paesi in tutto il mondo ha fatto emergere grandi differenze di opinione sulla questione: il 30% è tra i dati più alti rilevati, superiore alla media globale del 26%.
Stéphenne fa notare che “sottoporsi al vaccino, non è solo un atto a favore di se stessi, ma anche un impegno per proteggere tutta la popolazione: è un dovere civico”. Affinché un vaccino sia efficace, è necessario raggiungere una copertura sufficiente della popolazione. La soglia per impedire la circolazione del virus rientra nell’ordine del 60-70%”. Dichiara anche che, le sue intenzioni prevedono di vaccinare i cittadini belgi “entro la fine del 2021, inizio 2022“. Le prime consegne inizieranno probabilmente a marzo. “Successivamente, le vaccinazioni saranno effettuate gradualmente durante tutto l’anno, con l’aumento della produzione”.