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Processo di Norimberga, celebrazione per il 75° anniversario

Alla celebrazione per il 75° anniversario del Processo di Norimberga, il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha esortato il mondo a onorare “l’eredità” del processo storico che ha dato vita al diritto penale internazionale. Un piccolo evento commemorativo, ridimensionato a causa delle restrizioni covid, si è tenuto venerdì scorso. La celebrazione ha preso luogo nell’aula 600 del Palazzo di Giustizia di Norimberga, dove il 20 novembre 1945 iniziavano i processi dei funzionari nazisti.
“Nel novembre 1945, Norimberga era in rovina. Molte città tedesche erano distrutte. Il nostro Paese era stato moralmente e fisicamente raso al suolo”, dichiara Steinmeier, riporta Al Jazeera.“Ma qui, proprio in questa stanza, le quattro potenze vittoriose della seconda guerra mondiale, gettavano le basi per l’ordine giuridico di un nuovo mondo”.

Nel primo processo 21 rappresentanti del partito nazista erano sul banco degli imputati e sono stati sottoposti agli interrogatori di Stati Uniti, Unione Sovietica, Regno Unito e Francia. Tra di loro c’erano i più alti funzionari nazisti. Adolf Hitler, Joseph Goebbels e Heinrich Himmler si erano tutti tolti la vita. Il processo durò poco meno di un anno. Si concluse con 12 condanne a morte, tre ergastoli, quattro lunghe pene di detenzione e tre assoluzioni. Seguirono altri 12 processi, che si svolsero tra il novembre 1946 e l’aprile 1949. Norimberga, distrutta dalla guerra, fu un luogo simbolico per i processi. Fu lì che Hitler organizzò enormi manifestazioni prima della guerra e dove approvò le leggi antiebraiche nel 1935.

La celebrazione serve a far ricordare che il processo di Norimberga ha gettato le basi di un sistema di giustizia penale globale. Utile a far si che la gente renda conto di quelli che Steinmeier ha descritto come “i più gravi crimini che la storia del mondo abbia mai visto. Crimini di guerra e crimini contro l’umanità”. L’eredità di Norimberga continua a esistere nella Corte penale internazionale (CPI) dell’Aia, che dal 2002 è l’unico tribunale permanente e indipendente al mondo, contro le violazioni come il genocidio, i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità.

Ma questo sistema di giustizia penale internazionale è “sempre più soggetto a sfide, anche qui in Europa”, afferma Steinmeier. “Gli Stati Uniti e la Russia non hanno aderito alla CPI, così come la Cina, l’India e diverse decine di altri Paesi”. Aggiungendo che: gli Stati Uniti hanno “lavorato attivamente contro il tribunale dell’Aia sotto l’amministrazione ancora in carica”. Donald Trump ha imposto sanzioni al procuratore capo della CPI, Fatou Bensouda, per un’indagine su presunti crimini di guerra delle truppe statunitensi in Afghanistan.
“Continuo a confidare che, la nazione che per decenni ha camminato al nostro fianco verso la democrazia, torni a collaborare e riconosca il valore della giustizia penale internazionale. Il sistema, erede del processo di Norimberga, deve continuare a garantire “che i crimini più gravi del diritto internazionale non restino impuniti”, ha aggiunto il presidente tedesco. “Senza Norimberga, i criminali di guerra di Serbia, Croazia o Ruanda, non avrebbero subito una condanna per omicidi di massa, torture e stupri; né il genocidio sarebbe un crimine oggi”. Nè i siriani sarebbero stati processati in Germania per i crimini contro l’umanità commessi sotto il governo di Bashar al-Assad. Un panorama giuridico internazionale collaborativo “crea le basi di un ordine sovranazionale di cui il mondo ha bisogno e di cui continuerà ad avere urgente bisogno. Questa è l’eredità di Norimberga”, ha concluso Steinmeier alla celebrazione.

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