di Paola Pirovano
Non sappiamo quasi nulla della vita di Hieronymus van Aken (ca. 1450 – 1516), ma la fervida immaginazione di cui si nutrono le sue opere ne fanno uno degli artisti olandesi più apprezzati di tutti i tempi.
In occasione del 500esimo anniversario della sua morte, la città di Den Bosch rende onore al suo figlio più illustre con una mostra straordinaria. Il Noordbrabants Museum ne ospita infatti la più grande retrospettiva mai realizzata, una mostra che ha richiesto ben 9 anni di lavoro, inaugurata solennemente il 13 febbraio e visitabile fino all’8 maggio.
Ma cosa fa di questa mostra un evento imperdibile?
Prima di tutto la quantità di opere esposte: i 20 dipinti e 19 disegni di mano del maestro costituiscono la quasi totalità della produzione che conosciamo di Bosch e sono accompagnati da opere eseguite dal suo atelier o da seguaci.
Di queste opere – essenzialmente pannelli di legno appartenenti a trittici devozionali – ben 12 sono state sottoposte a un restauro accurato.
I dipinti hanno recuperato i colori originali e questa mostra è l’occasione per ammirarli sotto una nuova luce.
Le visioni di Bosch rivivono in tutto il loro splendore: le creature fantastiche, i mostri, gli incredibili strumenti di tortura, tutto confluisce nella concezione medievale dell’artista di un mondo agitato dalla lotta incessante tra salvezza e peccato, paradiso e inferno, bene e male.
Artista molto apprezzato alla sua epoca, tanto da contare tra i suoi committenti i reali di Spagna, Bosch rimane un mistero nella storia dell’arte: benché proveniente da tre generazioni di pittori, il suo stile personalissimo non ha eguali e non si inserisce in nessuna tradizione.
Le sue figure prodigiose trovano però un corrispettivo nella letteratura religiosa dell’epoca, popolata di visioni dell’inferno e insegnamenti morali: la mostra ne offre un panorama interessante attraverso una selezione di manoscritti dell’epoca che probabilmente il maestro conosceva.
Il percorso si organizza attorno ai temi esplorati da Bosch: la vita come pellegrinaggio, scene della vita di Cristo e dei santi, l’inizio e la fine dei tempi, ma il vero interesse sta nell’insaziabile osservazione dei dettagli.
La sezione dedicata ai disegni è particolarmente interessante, perché rivela tutta la potenza espressiva e la ricerca visionaria dell’artista.
Per chi ha visitato precedentemente il Noordbrabants Museum una tale profusione di opere di Bosch sembrerà incredibile.
Sì, perché il museo di ‘s-Hertogenbosch non possiede nessuna opera del maestro!
Tutti i dipinti esposti sono concessi in prestito da musei come il Museo del Prado di Madrid, il Museo del Louvre, il Metropolitan Museum, il Museo Boijmans van Beuningen.
Non avendo nessun capolavoro di Bosch da proporre come moneta di scambio, il Noordbrabants Museum ha deciso di procedere in un altro modo, dando vita al Bosch Research and Conservation Project.
Un progetto ambizioso condotto da un’équipe pluridisciplinare con lo scopo di analizzare le opere di Bosch applicando un unico metodo standard. Proponendo di far evolvere la ricerca sull’artista e finanziando i restauri necessari, questo progetto ha permesso al piccolo museo di Den Bosch di avviare una collaborazione con alcuni tra i più importanti musei al mondo.
Tra questi figura anche la Galleria dell’Accademia di Venezia che conta nella sue collezioni due trittici dell’artista.
Inoltre, il progetto ha permesso di analizzare in modo approfondito le opere supersiti, e di dibatterne l’attribuzione. I risultati di questa ricerca saranno pubblicati in una monografia che si preannuncia come il catalogo più completo sulla produzione di Bosch.
Non resta che prenotare il proprio biglietto per la mostra e immergersi nel mondo fantastico di Hieronymus Bosch.