Heineken Mozambico, le “beer girls” vittima di molestie

Heineken sta sollevando dall’incarico le “beer girls” del Mozambico. Il birrificio olandese ha infatti ricevuto numerose denunce per molestie sessuali che le addette alla vendita subiscono da parte dei clienti.

Sono state un’indagine del giornalista Olivier van Beemen e le diffuse accuse di molestie ai danni delle commesse a portare Heineken a prendere provvedimenti.

Uno studio pubblicato venerdì da Partner Africa ha mostrato che 13 ragazze hanno denunciato abusi e le divise che devono indossare nei punti vendita di Mozambico, Kenya e Uganda hanno “gonne oscenamente corte”.

Si è quindi deciso un nuovo codice di condotta per queste sedi africane che utilizzano figure femminili per la vendita delle birre ai bar e ai ristoranti. Il lavoro dovrà essere svolto in sicurezza e le divise verranno rese più dignitose.

Stando a una ricerca interna del 2007, sono circa 15.000 le donne che lavorano promuovendo la birra olandese in tutto il mondo.

NRC ha dichiarato che le lavoratrici hanno ricevuto numerose proposte di natura sessuale o subito aggressioni. In alcuni casi addirittura la promozione del prodotto veniva combinata con la prostituzione: una tattica che permetteva di attirare i clienti su entrambi i versanti. In realtà, come sostiene anche Partner Africa, non si ha nessuna prova del legame con la prostituzione.

Heineken è stata messa sotto pressione da diverse compagnie, incluso il Fondo Globale per la Salute, che ha sospeso la collaborazione con il birrificio esortandolo a tutelare le proprie dipendenti e a prevenirne lo sfruttamento.

Una portavoce del birrificio olandese ha fatto sapere a DutchNews.nl che si sta esaminando attentamente la questione: “La sicurezza dei lavoratori è un nostro scopo” ha spiegato. “Le nostre filiali in Mozambico cesseranno le attività di promozione fino a quando non si allineeranno alle politiche aziendali. Se non potranno assicurarci un cambiamento di condotta, non collaboreremo più con loro”.

La portavoce ha poi precisato che le ditte di promozione sono spesso gestite da “agenzie terze” che stanno ora lavorando per fare in modo che “la diffusione del prodotto in Mozambico sia più efficiente e solida”.

“Come abbiamo detto all’inizio, è inaccettabile che per promuovere il marchio, le donne debbano subire trattamenti poco rispettosi o addirittura essere aggredite”.

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