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Guy Weizman: “Il teatro digitale? Forse è il futuro”

“Questo non è un progetto dettato dalla pandemia. Questo è il futuro”. Quando Guy Weizman, direttore artistico di Noord Nederlands Toneel, spiega come si esibirà online attraverso un “teatro virtuale”, sottolinea che sta effettivamente realizzando un sogno. A causa della crisi, ha il tempo per far crescere via internet il suo teatro – un mix sapientemente intrecciato di recitazione, danza e musica.

In questo senso il virus è “una benedizione sotto mentite spoglie”, racconta in un’intervista a NRC. “Ora ho carta bianca. So già che voglio presentare parte delle nostre future performance in questo modo”.

Guy Weizman (1973, Tel Aviv) è direttore artistico della Noord Nederlands Toneel dal 2017, dove dirige anche la compagnia di danza internazionale Club Guy & Roni a Groningen.

 

Per la performance Salam, l’ex ballerino e coreografo è stato premiato dalla giuria con il Regieprijs nel 2018. Le sue performance, ambiziose e multistrato esplorazioni del genere teatrale, sono sempre realizzate con attori e danzatori di questi gruppi e con musicisti provenienti da Asko|Schönberg e Slagwerk Den Haag.

Lo stesso avrebbe fatto per Before/After, il cui debutto era previsto per il 14 marzo, due giorni dopo che le misure anti-corona sono entrate in vigore.

La nascita del teatro digitale

È stata cosa non da poco per la compagnia. “Sono grato che il colpo sia stato così duro – ricorda Weizman. Ho capito subito che sarebbe stato impossibile esibirsi per mesi e ho pensato: non metterò la registrazione online gratis, sono due anni della mia vita“.

Il 12 marzo è stata effettuata una registrazione con nove telecamere.

Ma Weizman ha deciso di rilanciare la posta. Per esempio, ha ideato un ambiente digitale, che ha chiamato NITE Hotel, un ‘teatro virtuale’.

A partire dal 28 aprile ci saranno cinque giorni di esibizioni, alcune dal vivo, e la prima di Before/After giovedì. Sono ammesse fino a 1000 persone e il tutto si svolge gratuitamente.

Accedendo al sito ci si trova nel foyer e si può scegliere tra bar, camere d’albergo e teatro. “Al bar si può bere la speciale birra NITE. Bisogna ordinarla in anticipo, poi verrà recapitata a casa vostra”.

Con un clic si entra in una stanza. “Questa, per esempio, è la stanza di Sara, una specie di galleria. Prima si vede un testo che descrive il suo lavoro. Con il tasto freccia ci si può spostare in profondità, oltre il testo si può curiosare guardando un video”.

L’effetto della profondità e la suggestione del movimento nello spazio creano una sensazione speciale. Presto ci sarà un pubblico. ” Su Zoom si potrà assistere alle performance in compagnia di altre persone che compariranno nella colonna a lato dello schermo”.

Proprio come fosse un’esperienza reale, ogni esibizione sarà seguita da un Q&A, quattro chiacchiere al bar col cast, una festa e un piccolo negozio di souvenir.

Before/After

Before/After, basato su un testo dell’autore Roland Schimmelpfennig, ha un valore profetico. In una delle trame viene descritto un piccolo e invisibile organismo che alla fine distrugge il mondo. “Questo pezzo è incredibilmente vicino alla realtà, ricorda Weizman. È piuttosto spaventoso quanto ci si avvicini. Anche questo è il potere del teatro. Non abbiamo bisogno di aggiungere un riferimento all’attualità. Il pubblico farà l’associazione da solo”.

Before/After non è strutturato in modo lineare: “Una donna over 70, interpretata da Bien De Moor, guarda indietro alla sua vita e le tornano alla mente delle immagini. Questo è ciò che vede il pubblico, sui grandi schermi e sul palco. Guardando dentro la sua testa, per così dire, mostriamo la ricchezza di una vita apparentemente tranquilla. Come se stessi guardando al microscopio“.

Quelle che si avvicendano sono le storie della sua vita: un rapporto con un uomo che le ha spezzato il cuore, uno scienziato che fa ricerche sull’organismo, un uomo e una donna che sostituiscono una lampadina e nel frattempo parlano dell’immensità dell’universo, una coppia che sembra felice, finché tutto scompare in un colpo solo.

“Tessiamo le lodi della fragile bellezza della vita quotidiana, dello stare insieme. Tutto ha un punto di svolta. A volte è la morte, il più grande punto di svolta della vita, a volte la rinuncia a una relazione“, conclude infine il direttore artistico.

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