Ratko Mladic, ex comandante serbo, ha fatto appello contro la sua condanna per genocidio e crimini contro l’umanità. Già condannato all’ergastolo, questa è l’unica opportunità per Mladic di non spendere il resto della propria vita in prigione. Lo riporta bbc.
Ratko Mladic è stato il comandante dell’esercito serbo che combatté contro i bosniaci musulmani (bosgnacchi) e i bosniaci croati durante la Guerra in Bosnia ed Erzegovina che si svolse dal 1992 al 1995. Per questo motivo Mladic è anche chiamato “il boia dei Balcani“. Al termine del conflitto Mladic si è nascosto in Serbia, protetto dalla famiglia e da alcuni membri delle forze di sicurezza. E’ stato finalmente rintracciato ed arrestato soltanto nel 2011. Dopo essere stato processato al Tribunale Penale Internazionale per l’Ex-Jugoslavia nel 2012, è stato condannato all’ergastolo nel 2017.
Inizialmente Mladic è stato dichiarato colpevole per 10 diversi capi di imputazione. Secondo la Corte Mladic ha “contribuito significativamente” al genocidio di Srebrenica in cui sono stati uccisi oltre 7000 bosgnacchi. Questa è stata la peggiore atrocità commessa in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale. Le altre accuse includono crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
L’appello di Mladic
Dopo essere stato condannato all’ergastolo, Mladic non si è arreso e ha presentato ricorso contro la decisione della Corte. Martedì 25 Agosto Mladic è infatti apparso al tribunale Pensale Internazionale per l’udienza. I suoi avvocati hanno sostenuto che Mladic fosse stato erroneamente condannato per “incidenti non previsti”, che invece sono stati usati come accuse durante il processo.
L’appello, però, sembra essere condizionato da problemi tecnici dovuti alla pandemia e dai problemi di salute di Mladic. Infatti, alcuni dei giudici hanno seguito l’udienza tramite videoconferenza. Problemi di connessione così come difficoltà con la traduzione simultanea rischiano di pregiudicare il diritto ad un processo equo di Mladic.
Inoltre, Mladic ha recentemente avuto problemi di salute. Mladic aveva chiesto di posticipare l’udienza a causa di un operazione al colon. La richiesta, però, è stata respinta dalla Corte. Secondo il figlio Darko Mladic suo padre “non ha l’energia necessaria per un’udienza del genere e non ha avuto il tempo per prepararsi”.
L’appello dei Procuratori
Mladic, però, non è stato l’unico a presentare appello. Lo hanno fatto anche i procuratori, secondo cui Mladic dovrebbe essere condannato anche del genocidio contro i bosniaci musulmani e dei croati nel 1992. In questo appello ripongono le proprie speranze i sopravvissuti al conflitto, secondo cui il processo non ha riconosciuto del tutto la vera natura del conflitto. Questi ritengono che un intento al genocidio non ci fosse stato soltanto a Srebrenica, ma anche in altre città bosniache, dove l’esercito è stato accusato “solo” di pulizia etnica e non di genocidio. Anche le madri di Srebrenica, un gruppo di donne legate alle vittime del massacro nella città, sperano che “Mladic sia accusato di genocidio anche in altri luoghi”.