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Groningen, manifestazione in solidarietà con le donne polacche

di Sofia Turati

photo credit: Sofia Turati/31mag

Proseguono le proteste a sostegno del diritto alla libera scelta delle donne polacche;  dopo le manifestazioni ad Amsterdam, Den Haag e altre città olandesi ed europee, anche a Groningen circa 200 persone si sono trovate nella piazza centrale della città, Grote Markt. In Polonia,  le proteste vanno avanti dal 22 Ottobre, quando la Corte suprema del Paese, con una discussa sentenza, ha ristretto ulteriormente i casi in cui è possibile abortire legalmente. La manifestazione di Venerdì scorso a Varsavia, racconta la stampa internazionale, è stata una delle più partecipate della storia del paese.

Quando la sentenza avrà efficacia sarà possibile abortire soltanto in caso di stupro, incesto o grave minaccia per la salute dalla donna; non sarà, quindi, più possibile ricorrere all’interruzione di gravidanza in caso di malformazione del feto, in precedenza la principale causa di ricorso all’aborto nel Paese. L’evento olandese è stato organizzato da  Groningen Feminist Network GFN  e Abortion Network Amsterdam. 

Nononostante la pioggia, dal palco si sono susseguiti molti interventi, in inglese e in polacco. Tra le oratrici c’è Helen, studentessa polacca di medicina, che anni fa ha assistito all’aborto illegale di un’amica e ci racconta come, a suo vedere, rendere l’aborto illegale non diminuisce il ricorso alla pratica ma aumenta solo i fattori di rischio: molte donne polacche sono costrette a ricorrere a cliniche improvvisate oppure a recarsi all’estero.

Le associazioni promotrici dell’evento hanno annunciato dal palco la prossima fondazione di una rete a sostegno all’aborto a Groningen, con lo scopo di aiutare le donne polacche a recarsi nei Paesi Bassi per un aborto sicuro.

Tante le testimonianze sul palco: donne dall’Afghanistan, dalla Bolivia e dalla Slovenia,  hanno ricordato che la lotta per i diritti riproduttivi e i diritti delle donne non è una questione isolata, ma parte di una battaglia comune e trasversale per i diritti umani.  .

Anche Julia viene dalla Polonia e a Groningen studia giurisprudenza: “Vorrei non dover essere qui. Negli ultimi cinque anni la situazione è peggiorata sempre di più e mi aspettavo che una cosa del genere succedesse. ” racconta a 31mag.

“Sono felice di vedere tante persone in strada sia qui che in Polonia. Spero che non sia tutto per niente, ma non ho molta speranza. L’estrema destra avanza nel mio Paese e temo che questo sia solo il primo passo. Altri diritti umani fondamentali, per esempio per le persone LGBTIQ+ sono a rischio. Ci sono delle proposte per mettere al bando la promozione della cosiddetta “ideologia LGBT”[ideologia gender n.d.r.]; per me è spaventoso.” conclude Julia.

 

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