di Alessandro Pirovano
“Contro le estrazioni di gas, per riprendersi il futuro” era questo lo slogan della manifestazione che, martedì sera, ha attraversato la cittadina di Groningen. Quasi 5000 residenti, infatti, hanno deciso di sfilare per le strade del centro del nord-est per ribadire la propria contrarietà alle estrazioni di gas che hanno trasformato la regione in una zona sismica.
Nonostante la terra non tremi da qualche mese, grazie anche alla diminuzione delle quantità estratte imposta dal governo, infatti, la vigilanza dei cittadini rimane alta non solo per chiedere lo stop delle estrazioni ma anche per pretendere i risarcimenti, già fissati in tribunale, dalla holding energetica NAM. L’azienda, però, secondo quanto riportato da Volkskrant, continua a temporeggiare e per ora gran parte degli importi stanziati sono andati a esperti e tecnici, ingaggiati per valutare le entità dei danni, più che per avviare le riparazioni degli edifici danneggiati dalle scosse.
A poco più di un mese dalle elezioni nazionali, però, la questione del gas e, più in generale, della politica energetica dei Paesi Bassi ha raggiunto anche il dibattito politico nazionale. Martedì, infatti, il gruppo parlamentare dell’SP ha presentato una mozione di sfiducia nei confronti del Ministro degli Affari Economici Kamp, in quota liberale. Mercoledì, invece, la questione del gas è stata al centro del dibattito che ha opposto i leader dei diversi partiti che corrono per le elezioni. Jesse Klever, capolista del GroenLinks, ha ribadito la necessità di abbandonare le estrazioni scegliendo, invece, fonti alternative di energia.
Posizioni simili sono state espresse anche da Emile Roemer (SP) e da Alexander Pechtold (D66) che hanno manifestato la loro vicinanza alle richieste dei manifestanti di Groningen. Più sfumata, invece, la posizione del liberale VVD che, pur ritenendo comprensibile la rabbia delle persone in corteo, ha anche riconosciuto gli sforzi e gli investimenti a beneficio dell’area fatti dal governo. Assente, invece, il favorito leader del PVV, Geert Wilders che, coerentemente con le posizioni espresse nel manifesto elettorale e con le recenti decisioni del neo-presidente americano Trump, preferisce disinteressarsi delle tematiche ambientali.