Domande di lavoro rivolte al settore pubblico, senza l’indicazione del nome per evitare possibili discriminazioni delle minoranze: è questa la proposta del Groenlinks, il partito rosso-verde olandese, di Groningen che chiede di adottare un modello già sperimenato con successo a Den Haag, Utrecht e Arnhem. Secondo i verdi, a parità di competenze ed esperienza, un candidato con cognome olandese avrebbe più chance di essere selezionato rispetto ad uno straniero. La proposta del partito, segue un dibattito che va avanti da tempo in Olanda e punta ad incrementare, nel settore pubblico, la presenza di minoranze etniche.
Intanto il quotidiano AD, pubblicava questa mattina, la surreale vicenda di Mohamed El Alili, di famiglia marocchina, nato e cresciuto in Olanda, di recente laureato presso l’università di Maastricht. Il giovane aveva risposto, lo scorso gennaio, ad un’offerta di lavoro presso la società Cure 4 di Utrecht. Dopo il rigetto della domanda, Mohamed ha voluto tentare un esperimento: presentarla nuovamente, cambiando tuttavia il suo nome. Ora c’è Matthijs ad “applicare” e con suo stupore, la stessa candidatura, è stata accettata per un colloquio. Furioso, il giovane ha raccontato la sua vicenda su Facebook, sollevando un coro di reazioni in rete. La società di Utrecht, sentita da AD, ha parlato di un “equivoco”: secondo Cure 4, infatti, quello di Matthijs sarebbe stato solo un “ripescaggio” fortuito avvenuto dopo aver respinto anche l’application dell’alter ego di Mohamed. La commissione interna, infatti, ha ammesso di aver seguito criteri troppo rigidi nel primo giro di selezione e avrebbe tentato di riparare richiamando alcuni dei candidati già scartati. La loro colpa, avrebbero ancora detto da Cure 4, sarebbe stata di non aver riesaminato tutte le domande. Nessuna discriminazione quindi, secondo la società. Ma la spiegazione non ha convinto Mohamed, che tolti i panni di Matthijs, ha detto ad AD di non avere alcuna intenzione di lavorare per una società simile.