GREFERENDUM Jeroen l’attivista. Al Pvda dice: non volevamo la Grecia nell’eurozona. A urne chiuse si irrita per il risultato del referendum. Secondo un sondaggio di Peil, gli olandesi erano per il SI

Una lettera al Pvda che inizia cosi “a dispetto di quanto si dice, il risultato del referendum determinerà la permanenza o meno della Grecia nell’eurozona“. La firma è dell’esponente laburista più in vista in Europa, quel Jeroen Dijsselbloem ministro delle finanze nei Paesi Bassi e presidente dell’Eurogruppo. Rivolgendosi al suo partito, Dijsselbloem ha spiegato la (sua) verità sul disastro greco: l’Olanda non li voleva “Per capire la situazione, dobbiamo tornare a prima dell’euro; ci fu una discussione anche su Italia e Belgio, che non avevano i requisiti per entrare. I Paesi Bassi furono tra i più critici”. Nella lunga lettera, il presidente dell’Eurogruppo passa al dettaglio i 6 anni di passione ellenica da quando l’ex leader socialista Papandreu rivelò che i conti erano stati “alterati” per consentire al paese l’ingresso nell’euro. Dijsselbloem se la prende con l’oltranzismo di Tsipras che “ha detto no ai tagli alla difesa” che avrebbe proposto l’UE in alternativa alla mannaia sulle pensioni, concludendo la missiva con la speranza che “vengano in futuro politici onesti”.

Ieri sera, ad urne chiuse, il commento a caldo di Dijsselbloem: “Delusione”, rimandando alla riunione dell’eurogruppo, prevista per domani, le eventuali decisioni sulla questione greca.

E sempre nella giornata di ieri, Maurice De Hond, ha pubblicato un sondaggio sull’opinione olandese: la larga maggioranza auspicava il si ed una ristretta, vorrebbe la Grecia fuori dall’euro.

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