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Greenpeace occupa Schiphol. “No ai finanziamenti alle compagnie aeree”

Giovedì mattina gli attivisti di Greenpeace hanno protestato all’aeroporto di Schiphol. Nonostante questa non sia la prima volta che gli attivisti scelgono l’aeroporto come sede di protesta, questa volta le loro richieste sono ben esplicite e strettamente collegate alla crisi del coronavirus. Il gruppo ha infatti occupato una pista dell’aeroporto per protestare contro il miliardo di euro di aiuti economici destinati al settore dell’aviazione durante l’attuale crisi Covid-19. L’organizzazione ambientalista desidera che a questo aiuto vengano associate rigorose condizioni di sostenibilità.

Come riporta NH Nieuws, gli attivisti hanno occupato l’Aalsmeerbaan, attualmente utilizzato per parcheggiare gli aerei KLM. Hanno portato con sé un piccolo ponte per attraversare il fossato che separa la strada pubblica dall’area protetta di Schiphol e le biciclette per raggiungere la pista il più rapidamente possibile. Il Koninklijke Marechaussee, responsabile della sicurezza aeroportuale, ha dichiarato su Twitter che avrebbe poi trattenuto gli 11 attivisti di Greenpeace che stavano protestando e li avrebbe rimossi dalla pista.

KLM emette più CO2 della più grande centrale elettrica a carbone nei Paesi Bassi“, ha dichiarato Greenpeace sul suo sito web. L’organizzazione ambientalista vuole quindi che il governo applichi tre condizioni di sostenibilità al pacchetto di aiuti di quasi 4 miliardi di euro che la compagnia aerea riceverà: “abbassare il massimale per emissioni di CO2, meno voli e voli a corto raggio sostituiti da treni“.

Greenpeace vuole anche gli aiuti destinati ad altri importanti “inquinatori” siano ridotti. “Il sostegno finanziario deve essere in linea con l’accordo sul clima di Parigi. Le aziende devono pertanto elaborare un piano per impegnarsi in seri obiettivi climatici”. L’organizzazione ha riconosciuto che ciò avrà un impatto sulle operazioni commerciali dei principali inquinatori, quindi ha suggerito di creare un fondo per “indirizzare le persone verso un lavoro più ecologico o riqualificarle laddove necessario”.

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