Il governo è furioso con le aziende che pagano il riscatto ai criminali ransomware: il Ministero della Giustizia e della Sicurezza sta indagando, tra l’altro, la possibilità di vietare agli assicuratori il pagamento dei riscatti, dicono fonti a NOS.
Se un’azienda viene chiusa a causa di un attacco ransomware, un assicuratore può rimborsare il riscatto in modo che l’imprenditore possa tornare rapidamente al lavoro. In molti casi questo procedimento è più economico rispetto a quando un’azienda viene fermata per alcune settimane e l’assicuratore deve rimborsare quei costi. Il ministro Grapperhaus aveva già detto di non gradire che le aziende pagassero per farsi sbloccare gli account.
Perché solo i pagamenti dell’assicuratore, e non tutti i pagamenti dei riscatti, vadano vietati non è ancora chiaro: il ministero non ha risposto a domande al riguardo.
Critica ‘Associazione olandese degli assicuratori: “Comprendiamo il sentimento politico, ma non si dovrebbe agire dall’oggi al domani”. Non essere autorizzati a pagare può avere gravi conseguenze e mettere in pericolo le aziende, dice a NOS.
In un attacco ransomware, un’azienda subisce un attacco informatico e gli hacker mettono “ganasce” al sistema di rete, finchè un riscatto non viene pagato. Il ripristino è spesso molto difficile.
I criminali possono anche utilizzare i soldi guadagnati per nuovi attacchi. “Negli studi vediamo che il denaro pagato da una vittima viene investito direttamente in infrastrutture e risorse”, afferma Matthijs Jaspers della task force del ransomware della polizia.