Il 14 giugno 2017 la più importante collezione di arte aborigena contemporanea ospitata presso l’Aboriginal Arts Museum Utrecht (AAMU) di Utrecht è stata trasferita al National Museum of World Cultures.
Così la collezione è passata da un’istituzione privata non statale a un museo nazionale. Da un’organizzazione di piccole dimensioni a un grande museo con quattro sedi. Da un museo di arte contemporanea a un museo etnografico. Il trasferimento della collezione solleva una serie di domande.
E proprio queste questioni sono state al centro del seminario di ieri 25 aprile organizzati da Fanny Wonnu Veys del National Museum of World Cultures. Per iniziare, si è cercato di definire una breve panoramica contestuale e storica sia dell’AAMU (Museo delle arti aborigene di Utrecht) che del Museo Nazionale delle Culture del Mondo. In un secondo momento si è discusso delle problematiche legate al trasferimento.
A seguire, si è dato spazio a questioni più complesse. Per esempio: quanto è rilevante la distinzione tra l’arte e il museo etnografico nella collezione contemporanea di arte aborigena? Quali sono le sfide e le possibilità per la raccolta nel nuovo rispetto al vecchio contesto istituzionale? L’ultima parte è stata invece dedicata ad alcuni esempi concreti di come la raccolta sia stata allestita nei mesi scorsi al National Museum of World Cultures.
Fanny Wonu Veys è la curatrice di “Oceania” al National Museum of World Cultures. Si tratta di un’organizzazione ombrello olandese che comprende il Tropenmuseum, Amsterdam; Museo Volkenkunde, Leida; il Museo Afrika, Berg en Dal; e il Wereldmuseum, a Rotterdam.
Veys ha lavorato al Museo di Archeologia e Antropologia a Cambridge (Regno Unito) dal 2004 al 2006 e ancora dal 2008 al 2009 e ha ottenuto borse di studio post-dottorato: una al Metropolitan Museum of Art (New York) (2006-2007) e l’altra al Musée du Quai Branly (Parigi) (2007-2008). Ha curato la mostra Mana Maori (2010-2011) a Leida, pubblicando un libro con lo stesso titolo. Ha collaborato nella mostra Tapa, Étoffes cosmiques d’Océanie a Cahors (Francia) e nella mostra d’arte australiana (con Georges Petitjean) al Museo Volkenkunde.
Veys ha operato Nuova Zelanda (dal 2000), Tonga (dal 2003) e più recentemente Arnhem Land, Australia (dal 2014). Svariati i suoi campi di interesse: dall’arte pacifica alla cultura materiale. Dai musei e il collezionismo agli strumenti musicali. Dai tessuti all’importanza degli oggetti storici in un ambiente contemporaneo. Ha pubblicato numerosi articoli su riviste e libri. Il suo ultimo libro è Unwrapping Tongan Barkcloth: Encounters, Creativity and Female Agency (Bloomsbury, 2017).