I computer e le intelligenze artificiali potrebbero essere dei giudici perfetti, scrive AD. Secondo Jaap van den Herik, professore dell’Università di Leiden, per poterli utilizzare i è necessario stabilire dei meccanismi efficienti per evitare le discriminazioni.
Un grande vantaggio dei giudici-robot sarebbe la loro velocità nel cercare e comparare vecchi processi. Anche i giudici “in carne ed ossa”, quando devono prendere una decisione, confrontano le soluzioni di vecchie controversie con quelle attuali. Devono prendere in considerazione sia le deliberazioni fatte in passato su casi simili, sia la fedina penale dell’imputato. I computer possono rintracciare il 98% dei casi pertinenti, contro l’80% a cui può risalire un'”intelligenza umana”, spiega Van den Herik.
Il problema principale nell’usare un giudice “artificiale” è che non sarebbe in grado di correggere vecchi errori fatti da giudici umani. In particolare, esistono vecchie sentenze che sono razziste, dice Van den Herik al giornale AD. In media, le persone di colore sono state punite più severamente di persone bianche accusate degli stessi crimini. Un computer noterebbe questo schema e lo seguirebbe ciecamente.
Per esempio, ogni sentenza riporta il luogo di nascita del sospettato. Dal momento che – in passato – le persone nate a Curaçao sono state sanzionate più spesso dei nativi olandesi, il computer potrebbe dedurne che è giusto dare condanne più rigide a chi proviene da Curaçao .
Tuttavia, se si utilizzassero le giuste misure di salvaguardia, questo tipo di discriminazioni potrebbe essere evitato. Attualmente, gli esperti stanno lavorando su degli algoritmi in base di riconoscere questo tipo di errori e assicurare che l’origine di un imputato non influisca sulla sua sanzione.
“Io penso che funzionerà. In futuro le persone potranno essere processate da intelligenze artificiali,” ha concluso Van den Herik.