Lionel Scheepmans, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons
La democrazia per sorteggio, ossia i deputati scelti a caso per aumentare il coinvolgimento popolare nelle decisioni della vita pubblica, è diventata tema di discussione nel dibattito politico del paese. Ma il docente Stefan Rummens, dice al quotidiano De Standaard, che si tratta di una pessima idea: “in questo modo si esclude il teatro politico, necessario affinchè le persone si formino la loro opinione, obietta al quotidiano.”
Rummens, professore associato di etica presso l’Istituto superiore di filosofia (KU Leuven), dice che i deputati sorteggiati farebbero allargare la distanza politici-cittadini.
In questi giorni, in Belgio, l’idea di democrazia deliberativa è all’ordine del giorno e in discussione al Senato. L’idea è che cittadini scelti a caso non abbiano i vincoli dei partiti e quindi decidano più liberamente.
In Belgio esiste già un pensiero di questo tipo che fa capo a G1000 dello scrittore David Van Reybrouck. Recentemente, anche SP.A ha abbracciato il modello e ha presentato una proposta concreta per trasformare il “Senato in un consiglio eletto su estrazione, dice De Standaard. Anche l’ex premier Charles Michel considera l’idea interessante.”
Secondo il docente, tuttavia, il sistema elettivo rimane il migliore: un parlamento “a caso” potrà giungere a conclusioni, sicuramente, ma nessuno saprà mai come si è arrivati a quelle conclusioni perché manca contesto. “Quali argomenti c’erano? Quali interessi sono stati presi in considerazione? Quali alternative sono state studiate?”, si chiede il docente.
“In un sistema parlamentare con politici eletti, il processo decisionale avviene in modo molto più visibile. Il gioco tra maggioranza e opposizione offre opportunità uniche per mettere in scena il dibattito politico in modo accessibile a tutti”, dice ancora al quotidiano fiammingo. L’assenza di opposizione visibile significa che l’insoddisfazione per la politica non trova più uno sbocco visibile.
“Questi meccanismi mancano nel sistema di estrazione. La volontà delle persone qui nasce sulla base di decisioni anonime prese da un gruppo di sconosciuti. Molti cittadini non sono politici che devono presentare visioni ideologiche e quindi contribuire a plasmare il dibattito pubblico. Non devono giustificarsi per i loro argomenti e decisioni e non devono lasciarsi influenzare dal dibattito pubblico”.