Frans Timmermans, vicepresidente olandese della Commissione Europea, ha sostenuto in un’intervista al portale NOS che oltre il 60% dei richiedenti asilo, sarebbe in realtà composto da “migranti economici” ossia persone che non fuggono da scenari di guerra ma giungono in Europa alla ricerca di un futuro migliore. Questi migranti, provenienti soprattutto da Marocco e Tunisia, secondo Timmermans andrebbero rimpatriati con la massima celerità per concentrare l’assistenza sui rifugiati provenienti da zone di guerra. Le informazioni in possesso del politico laburista, sarebbero l’anticipazione di un rapporto dell’agenzia Frontex che verrà pubblicato a breve. Le informazioni di Timmermans, però, non coincidono con i dati forniti dall’UNHCR. Secondo l’Alto Commissariato per i rifugiati dell’ONU, l’84% dei richiedenti asilo verrebbe effettivamente da zone di guerra.
Schengen
Nella stessa intervista, il vicepresidente della Commissione si è soffermato sulle conseguenze che una mancata soluzione alla crisi dei rifugiati, avrebbe per la stessa esistenza del principio di libera circolazione in Europa. Timmermans ritiene che la sospensione di Schengen per due anni, come richiesta da molti paesi e il ripristino dei controlli interni alle frontiere, avrebbe conseguenze disastrose sull’economia e uno scarso impatto sull’afflusso di richiedenti asilo. Le frasi sono una risposta indiretta a quelle del presidente del Consiglio europeo, il polacco Donald Tusk, che vede nella scadenza di due mesi, data dal presidente UE di turno Mark Rutte ai partner europei per risolvere la crisi dei rifugiati, un termine massimo assoluto, non negoziabile: se in 60 giorni non fosse ridotto l’afflusso di richiedenti asilo, ha detto Tusk, l’Europa dovrebbe abbandonare Schengen.