Il Garage Ruimzicht di Johan: una vita a 2 cavalli

di Virginia Zoli

Quasi ogni giorno, da circa un anno, passo davanti ad un garage chiuso, circondato da macchine d’epoca tutte uguali. Tante piccole Citroen a 2 cavalli dai colori sgargianti, parcheggiate l’una di fianco all’altra lungo la strada che porta al traghetto.

Una mattina, di fronte all’ennesima serranda abbassata, torno a casa e inizio a scrivere parole a caso su Google: “Garage Noord macchine Amsterdam”. Dopo qualche tentativo fallimentare, lo trovo: Garage Ruimzicht (hanno persino la pagina Facebook!).   Cerco subito il contatto del proprietario e ci diamo appuntamento per il sabato successivo.

Quel giorno arrivo di corsa – con la mia bici scassata – e all’inizio non trovo nessuno. Comincio a sbirciare nel buio della rimessa e tutt’a un tratto spunta fuori Johan: un uomo sulla cinquantina, mani consumate, vestiti ricoperti di grasso per motori e un paio di giganteschi occhi azzurri. Quel genere di persona di cui, circa trent’anni fa, mi sarei follemente innamorata. Mi presento e spiego che sono lì per fare delle foto, lui sorride: “Che lavoro stupendo“, dice, “Fai pure“.

Sotto l’occhio vigile del suo (credo) assistente, inizio a scattare qualche fotografia tra cavi, tubi e attrezzi da lavoro. Mentre inquadro una statua di Gesù, Johan fa segno di seguirlo. Mi porta verso un’altra stanza dove trovo una Citroen verde acceso, bellissima. “Da dove prendi queste macchine?” chiedo. “Dalla Francia. Io vendo solo le 2 C, e in Francia è ancora abbastanza facile trovarle. Le cerco su internet, chiamo, le vado a vedere e se mi piacciono e sono in buone condizioni, le compro. Oltre a questo faccio riparazioni”, mi spiega.

Torniamo verso l’entrata e Johan inizia a rovistare tra fogli sparsi sul tavolo, poi apre un libro: “Queste immagini sono state scattate da un’amica quando mi sono trasferito qui al Nord. Prima il mio garage era vicino ad Amstel, a fianco al club delle Hells Angels, ed è stato lì per circa 30 anni. Il giorno in cui sono arrivato qui, esattamente 3 anni fa, abbiamo organizzato una festa, una vera e propria parata, con tutte le macchine. È stata una giornata bellissima”, racconta. Dalle foto sembra davvero così.

Camminiamo fuori dal garage e Johan si mette al volante della sua macchina rosso fuoco. Non perdo un secondo per fargli una foto. “Ora sono piuttosto abituato a posare“, dice, “Molte persone vengono qui ad intervistarmi, o a fare fotografie. Ma prima…ah, prima sarei andato in tilt“. E gli chiedo cosa facesse prima di aprire il garage. “Ho viaggiato per il mondo quando avevo vent’anni. Conducevo e conduco ancora una vita semplice, senza spendere tanti soldi, squattando e vivendo con lo stretto necessario. A ventisette anni, quando sono tornato ad Amsterdam, un amico mi ha dato una 2 CV, e il mio vicino di casa mi ha insegnato a ripararla. Io non imparo leggendo, ma guardando. Ho iniziato così, e per sette anni ho riparato macchine in strada. A quei tempi era possibile, sai. Adesso le cose sono cambiate, purtroppo”. Scende dalla macchina e torna, pensieroso, a contrattare un prezzo con la signora che lo aspetta da qualche minuto davanti.

Ci salutiamo e mentre mi avvio verso la bici, penso che sì, le cose sono cambiate, ma posti come questo, autentici, resistono al tempo e alle intemperie.

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