di Francesca Spanò
Il Bimhuis di Amsterdam ospiterà il prossimo 3 Dicembre il pianista olandese Rembrandt Frerichs, che per l’occasione si esibirà con il suo gruppo, Rembrandt Frerichs Trio, in una performance assieme al trombettista e filcornista italiano Paolo Fresu.
Tema della serata, prescelto dallo stesso Frerichs, l’improvvisazione. Sì, perché come lui stesso racconta a +31mag.nl, ama definirsi una sorta di “Cristoforo Colombo moderno, che intraprende viaggi alla scoperta di nuove regioni musicali in cui non mancano mai improvvisazione, musica classica e influenze internazionali”. Un connubio perfetto, per l’artista, che ha fatto del fortepiano (così si chiama, in Olanda, il pianoforte) lo strumento principe di esecuzione e composizione jazz, recuperando una tradizione antica in chiave moderna.
Il debutto del compositore, all’età di appena 22 anni, avviene al North Sea Jazz Festival, uno degli eventi dedicati alla musica jazz più importanti d’Europa. “Come compositore ed esecutore, mi avvalgo del contributo di molti festival in Olanda e all’estero. Oltre al North Sea, il November Music Festival a Den Bosh, ad esempio, mi dà l’opportunità di collaborare con tanti colleghi internazionali. Poi il Musica Antigua Festival a Bruges in Belgio, e il Festival di Musica Antica a Utrecht. Sono tutti luoghi ideali per lo sviluppo di nuove idee”.
Bacini formativi e creativi, dunque, la cui esistenza messa sempre più a rischio dai tagli “miopi e naive” che dal 2008 investono l’Olanda e hanno notevolmente ridotto i fondi (di per sé già esigui) destinati alla cultura. “Con una somma di denaro corrispondente al costo di un’ala di un jet da combattimento” – tanto veniva stanziato per la cultura in Olanda prima dei tagli, spiega Frerichs – “si sarebbero potuti creare programmi per l’integrazione dei giovani e meno giovani, sviluppando talento e capacità creative. Se vogliamo competere con il mercato asiatico, è ancora a questo che dobbiamo puntare”.

Con il Rembrandt Frerichs Trio, in cui il pianista si avvale della collaborazione di Tony Overwater al basso e di Vinsent Planjer ai tamburi, è proprio quella questa creativà ad essere elevata a precetto. Ne è un esempio The Contemporary Forte Piano, progetto portato avanti dal 2013 nato dalla resa attuale di uno strumento antichissimo, come spiega Frerichs: “La maggior parte delle persone collega il pianoforte alle melodie di Mozart, Haydn e Beethoven. Quello che vogliamo fare noi è far vedere che uno strumento antichissimo, inventato dall’italiano Bartolomeo Cristoforo nel 1700, può produrre musica d’avanguardia nel 2015”.
L’attività di ricerca riveste, d’altro canto, un ruolo fondamentale nella produzione musicale di Frerichs, Professore presso il Conservatorio di Utrecht, oltre che compositore. Ultima sperimentazione, ad esempio, associare il pianoforte al santoor,tradizionale strumento a corde iraniano: “Abbiamo appena registrato un album con il maestro kamancheh Kayhan Kalhor”, prosegue Frerichs. “Con il mio fortepiano ho creato dei suoni che fino ad ora non erano mai stati prodotti con questo strumento”.
Il resto è improvvisazione. Il concerto con Paolo Fresu, che passerà da Den Haag questa sera prima di arrivare al Bimhuis, pare esserne la riprova. “Paolo lo conosciamo personalmente perché il nostro bassista, Tony, lavorava con lui qualche anno fa”, spiega il compositore accennando al tour portato in collaborazione con diversi artisti europei. “Ma sai, il jazz è veramente una forma d’arte in cui la musica si crea mentre la si suona, per cui con Paolo non faremo delle vere prove. Il pubblico ascolterà un concerto che è sperimentale ed eccitante anche per noi.”