Il D66, i liberal-democratici, non parteciperanno a coalizioni con il Christen-Unie, la formazione cristiano-sociale in quota come quarto partner di coalizione, dopo che il Groenlinks, la sinistra rosso-verde, aveva fatto saltare il tavolo delle trattative, per incompatibilità con gli altri partiti su temi ambientali e rifugiati.
L’annuncio è arrivato nelle prime ore del mattino dopo un serrato faccia a faccia tra Alexander Pechtold, leader del D66 e Gert-Jan Segers, segretario del Christen Unie, un parito di ispirazione cristiana con radici nel centro-sinistra. Temi etici ma anche questioni generali, come il mercato, sarebbero fattori di attrito garantendo vita breve ad un esecutivo del genere.
Tutto da rifare, dunque: in mattinata sono previsti nuovi colloqui tra le formazioni politiche in parlamento alla ricerca di numeri che, conti alla mano, mancano. Attualmente, se i veti incrociati permanessero, non sarebbe possibile formare una coalizione con maggioranza in entrambe le camere.