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Formazione governo, il Groenlinks lascia il tavolo: “Posizioni sui rifugiati inconciliabili”. Salta l’accordo

Quasi due mesi di trattative, sorrisi ed ottimismo non sono bastati: non nascerà la coalizione VVD, Groenlinks, D66 e CDA. Dopo 57 giorni di dibattiti a porte chiuse, il leader dei Verdi, Jesse Klaver, ha abbandonato ieri sera il tavolo, chiudendo definitivamente la porta alla possibilità di una governo che imbarcasse destra, cristiani e sinistra-ecologista.

Troppe le distanze sulla questione immigrazione, impossibile trovare un punto di accordo. Dopo l’ottimismo sul terreno comune della green economy, la lunga ed estenuante trattativa si sarebbe arenata sulla questione dei richiedenti asilo: il VVD di Mark Rutte, sul tema, si è avvicinato molto alle posizione del VVD di Geert Wilders. Il Groenlinks, invece, è il partito più vicino alla questione rifugiati.

Il negoziatore Edith Schippers ha ammesso l’impossibilità di mettere insieme una coalizione di governo; parlando alla stampa dopo l’annuncio, arrivato nella tarda serata di ieri, il ministro uscente della Salute ha riconosciuto che sulll’immigrazione ma anche su reddito e ambiente, le visioni di destra e sinistra sono e rimangono inconciliabili.

Nessuno da biasimare, questa è la posizione dei politici, che hanno chiuso con cordialità i due mesi di colloqui.

Cosa succederà ora? Dopo un rapido giro di consultazioni, potrebbe iniziare un altro turno di negoziati che includerà i liberali del VVD, i cristiano-democratici del CDA, i liberali di sinistra del D66 e un quarto partner, identificato -dopo la defezione del Groenlinks- nel Christen Unie, una piccola formazione cristiana con giusto i 6 deputati necessari per raggiungere la maggioranza. Pochi, rispetto ai 14 che avrebbe portato in dote il Groenlinks, e soprattutto un punto interrogativo per la questione immigrazione: il Christen Unie è un partito fortemente pro-rifugiati, potrebbe non essere facile la trattativa.

Wilders esulta: bene il fallimento degli accordi, il PVV è pronto a governare.

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