Dopo un mese di trattative per la formazione del nuovo governo, seguite al voto dello scorso 15 marzo, il gruppo di partiti che cerca di stringere un accordo di coalizione -i liberali del VVD, i cristianodemocratici CDA, i liberal-progressisti D66 e i rossoverdi Groenlinks- dovrebbe oggi finire la fase preliminare dei negoziati. A sostenerlo è il quotidiano Volskrant.
I tempi, quindi, non saranno ancora brevi. A rallentare la discussione è la scoperta del budget ridotto che il governo avrà a disposizione una volta insediato: non si tratterebbe dei 10 miliardi di euro di cui parlavano le stime iniziali ma di molto meno. Il negoziatore, il ministro uscente Edith Schippers, non si è tuttavia sbilanciata al riguardo.
La discussione tra i partiti, formazioni tra loro molto diverse, non è tuttavia semplice: la discussione, secondo fonti del giornale, verterebbe sull’agenda “verde”, l’unico terreno comune sul quale le formazioni di centro-destra possono trovare similitudini di vedute con la sinistra radicale.
Secondo il quotidiano di Amsterdam, i tempi lunghi della trattativa ricordano quelli della formazione della prima coalizione “violetta”, la prima in assoluto con destra e sinistra insieme, negli anni ’90.
Il Telegraaf, quotidiano conservatore della capitale, sta facendo campagna per il “no” all’accordo: oggi in prima pagina, titolando “il VVD dice no”, la testata racconta dei malumori interni al partito del premier per la possibilità di un accordo con i verdi. “Un club militante di ex comunisti, pedanti, pacifisti e fanatici ambientali”, questa sarebbe l’opinione corrente nel partito di Mark Rutte.
Le opzioni alternative, tuttavia, sarebbero ben poche.
Dopo undici giorni netti, in vista uno stop di altri 11 giorni: si torna a trattare dal 2 maggio.