UE

UE

Follow The Money denuncia: pioggia di denaro dalle multinazionali a Alde, Conservatori e PPE

Il presidente francese Emmanuel Macron non porterà il suo “En marche” nel gruppo dell’ALDE, il partito liberale nel Parlamento Europeo, a causa dei finanziamenti da parte di multinazionali come Monsanto-Bayer. Questa non è l’unica società che dà soldi al gruppo, scrive il portale d’inchiesta Follow the Money, in un’inchiesta sulle donazioni delle grandi lobby ai partiti.L’ALDE, un gruppo liberale al quale sono iscritti gli olandesi VVD e D66 e +Europa, sperava che Macron e la sua République En Marche si unissero al club. Ciò avrebbe significato un’incremento sostanziale degli eurodeputati nel gruppo di Verhofstad.

La scorsa settimana, dice ancora Follow The Money, Marie Le Pen ha accusato il presidente francese di voler aderire ad un gruppo che avrebbe preso migliaia di euro di finanziamenti da Bayer-Monsanto negli ultimi anni. Per tutta risposta, Macron ha fatto sapere di non avere intenzione di entrare nel gruppo.

Secondo il portale olandese, i liberali non sono affatto gli unici che accettano denaro dalle multinazionali. Il Partito popolare europeo (PPE), ad esempio, avrebbe un ottimo legame con il mondo delle corporations.

Ma secondo FTM, il gruppo dell’ALDE sarebbe in prima fila sul tema finanziamenti: l’industria tecnologica e l’industria chimica hanno un ottimo interlocutore nei liberali europei. Stando al portale olandese, 366.378 euro sarebbero stati donati al gruppo dall’industria.

Quasi un quarto di questi fondi proveniva da giganti della tecnologia come Google, Microsoft, Yelp e Uber. Un 15% dall’industria biochimica, come Bayer / Monsanto e Syngenta.

I liberali avrebbero ricevuto 18.000 euro anche dalla potente organizzazione ombrello FoodDrinkEurope, che rappresenta gli interessi di Unilever e CocaCola in Europa. Walt Disney ha pagato 18.000 euro, il massimo consentito.

Stesso discorso per popolari e conservatori: avrebbero ricevuto, rispettivamente, 355.315,56 e 376,524,07 euro di donazioni. Un quarto delle loro entrate arrivano da società del settore tecnologico e oltre il 15% dal ​​settore delle telecomunicazioni (principalmente AT & T). Tra gli altri lobbysti: Google, Microsoft, Uber, Mastercard e Bayer.

Da anni l’UE discute di meccanismi per ridurre l’influenza delle multinazionali sulle politiche dei partiti UE

SHARE

Altri articoli