Quasi sette ricercatori su 10 dicono di lavorare troppo sotto pressione, mentre il 70% fa almeno sei ore di straordinario alla settimana. A sostenerlo è un’indagine del sindacato FNV. La ricerca è stata condotta in prossimità dei colloqui per i rinnovi contrattuali che avranno luogo quest’anno. L’attuale contratto collettivo è scaduto lo scorso luglio.
Anche se le indagini precedenti hanno evidenziato l’aumento della pressione di lavoro in tutto il settore dell’istruzione, il personale universitario deve affrontare problemi specifici, dice il portavoce dell’FNV Jan Boersma, all’emittente NOS. Circa il 60% del personale accademico, tra i quali i dottorandi, hanno un contratto flessibile o a breve termine, ha detto il sindacalista.
‘Ciò significa che la pressione sullo staff è enorme e i lavoratori devono fronteggiare, costantemente, un grande livello di competizione per garantirsi un altro contratto a breve termine o un contratto a tempo indeterminato,’ ha detto.
FNV ha intervistato 2.500 membri del personale universitario, tra i quali docenti e operatori di supporto. Circa il 50% del personale ha detto di non avere abbastanza tempo per preparare adeguatamente per le lezioni o per prendersi una pausa.
L’aumento del numero degli studenti significa anche meno tempo per la ricerca, ha detto Boersma. Secondo i dati del ministero dell’istruzione, vi è stato un incremento del 60% nel numero di studenti universitari a partire dal 2000, ma il numero di personale accademico è aumentato solo del 14%. La FNV, nelle nuove trattative salariali, si concentrerà sull’equilibrio tra insegnamento e ricerca.