Secondo dati ufficiali del Belastingdienst, dal 2011 5,5 miliardi di euro nascosti in conti bancari esteri sono stati “scudati” dal governo, generando un introito di oltre 600 milioni per le casse dello stato. L’Agenzia delle Entrate ha fatto anche sapere che i titolari dei conti (quasi tutti ultrasessantenni) avevano, in media, 400 000 euro a testa nascosti prevalentemente in Svizzera, Lussemburgo e Belgio.
Forse anche per questo il governo, seppur in ritardo rispetto a paesi come Inghilterra, Irlanda e Grecia, ha deciso porre fine ai temporeggiamenti e organizzare una task force formata da una decina esperti, con l’obiettivo di controllare proprio i super-ricchi olandesi: secondo le prime stime circa 2000 persone con patrimoni oltre i 25 milioni di euro.
Il sottosegretario all’economia Eric Wiebes, intervistato dalla radio BNR, ha però affermato che l’obiettivo del pool è quello di offrire un “servizio migliore”, piuttosto che fare la “profilazione economica” dei miliardari. Un tentativo di sminuire la notizia, forse, data la reazione di Ton Apeldoorn, consulente che da anni lavora a fianco dei finanzieri olandesi, il quale ha chiarito: “Si tratta a tutti gli effetti di controllo. Se i super-ricchi hanno domande o problemi in materia di tasse, questi vengono risolti da esperti fiscali e avvocati.”