CULTURE

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Finanziamenti ad arte e cultura, cosa c’è nel programma elettorale dei partiti olandesi?

Haard-Hoofd, magazine specializzato in arte e cultura, presenta The Stemwijzer culturale, ossia una panoramica sul capitolo relativo ad arte e cultura dei programmi elettorali. Il magazine ha analizzato, nello specifico, le sezioni di D66, GroenLinks, PVV, SP, VVD, PvdA e CDA.

Secondo l’organizzazione, a partire dal 2011, anno del primo drastico taglio alla cultura operato dal gabinetto di centro-destra Rutte I, il mondo culturale olandese ha faticato molto a riprendersi: oltre a durissimi turni di lavoro sostenuti da chi è impiegato nel settore, a diverse attività assegnate a stagisti e e personale con contratto a tempo determinato, i tagli lineari hanno significato una maggiore difficoltà soprattutto per le istituzioni più piccole.

La fosca analisi è emersa anche da un rapporto del Consiglio Economico e Sociale del governo, un ente di consulenza per l’esecutivo.

La domanda del magazine è se dopo anni di austerità, l’Olanda sia pronta a tornare ad investire nell’arte e nella cultura. Per rispondere al quesito, il portale ha cercato di analizzare le proposte in ambito culturale dei partiti olandesi:

 

D66

D66 è sempre stato un partito che considera la cultura molto importante, dice il magazine, che cita il segretario Alexander Pechtold: “L’arte insegna alla gente a pensare in modo critico e ad esprimersi e vedere qualcosa in una prospettiva diversa”. Il D66 si propone di invertire la rotta tracciata dal VVD ricominciando ad investire nel settore artistico-culturale investendo almeno 100milioni di euro.
GroenLinks

I verdi sono, tradizionalmente, i più grandi sostenitori del settore artistico-culturale (soprattutto di quello “dal basso”) e puntano la proposta elettorale sul reddito e il sostegno agli artisti, che dice il documento programmatico, sono stati pesantemente penalizzati dalle politiche del governo uscente. Gli artisti, secondo il commento raccolto dalla rivista, non riescono a vivere del loro lavoro e hanno poca forza negoziale quando si presentano come liberi professionisti. Questa situazione, secondo il Groenlinks, deve cambiare. Il partito rosso-verde vuole ripristinare tutti i fondi tagliati nel 2011 dal governo Rutte I e migliorare la posizione di artisti ed istituzioni culturali.

 

PVV

Il PVV nel celebre “A4”, ossia il programma elettorale del partito presentato su un foglio solo, è estremamente chiaro: via tutti i finanziamenti alla cultura.

 

SP
L’SP si presenta come un partito che ama l’arte e la cultura. Per i socialisti è particolarmente importante che l’arte, se è sostanziale o non è accessibile, sia comunque finanziariamente accessibile. Da qui la proposta di istituire una giornata gratuita a settimana di apertura dei musei. La SP vuole, inoltre, lottare contro la povertà che colpisce diversi artisti. In realtà, dice ancora HaardHoofd, i socialisti non hanno una vera e propria visione politica del settore artistico-culturale.

 

VVD

La destra liberale di Mark Rutte plaude ad architettura, teatro, musei, dancemusic e ballet ma non ha una precisa visione che vada oltre la retorica di tipo commerciale: si a più soldi alla cultura ma che arrivino da privati e non dai “subsidies”. In realtà, dice ancora il magazine, negli ultimi 4 anni di governo VVD-Pvda solo le grandi istituzioni hanno giovato dei finanziamenti pubblici

 

Pvda

I lauristi hanno occupato il dicastero della cultura nel governo Rutte II: come racconta HaardHoofd, la ministro Jet Bussemaker ha invertito il trend del governo precedente, riuscendo a stanziare 40 milioni di euro per la cultura nonostante l’opposizione del VVD. Nel programma del partito c’è un ulteriore finanziamento di 100 milioni di euro nonostante, dice ancora il magazine, manchi una reale visione d’insieme sull’arte. I loro obiettivi, sono -in ogni caso- simili a quelli del VVD.

 

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