Partono questo weekend due dei più attesi festival della stagione: l’olandese Lowlands e il corrispettivo belga Pukkelpop.
Di qua e di là dalla frontiera BE-NL, a soli 200 chilometri di distanza, da più di vent’anni i due festival offrono un’ampia programmazione internazionale spalmata su 3-4 giorni, in cui elettronica, punk e metal, indie rock e altri stili “alternativi” si mescolano in un agglomerato di palchi e tendoni da circo.
Storicamente, Pukkelpop e Lowlands nascono in opposizione ad altre manifestazioni musicali più “mainstream” come il Pinkpop, vicino Maastricht e il Rock Werchter che si tiene nei pressi di Lovanio in Belgio. Da sempre organizzati durante lo stesso weekend d’agosto, i due festival si accomunano anche per una programmazione quasi simmetrica, almeno per quanto riguarda gli headliners. Contrariamente al Pukkelpop, il Lowlands ospita anche una serie di performance artistiche e letterarie, che però si pagano care, visto il prezzo esorbitante del biglietto: 195 euro per 3 giorni con parcheggio a pagamento. Per non parlare dei costi aggiuntivi una volta varcato l’ingresso: circa 7 euro per un cono di patatine fritte.
Inoltre, per il Lowlands non è possibile comprare biglietti per giorni singoli, cosa che, per trentenni che per quanto riguarda dormite nel fango e giorni senza doccia hanno già dato (ndr.), potrebbe essere un’opzione migliore. Strano che questa idea non sia stata considerata dal management visto quanto dichiarato dal direttore Eric Eerdenburg che, interrogato sulle vendite deludenti di questa edizione, ha affermato: “Lowlands ha un pubblico fedele e non c’è molto ricambio generazionale. Semplicemente il nostro pubblico è diventato adulto e i giovani di oggi sono più volubili e hanno gusti mutevoli.”
Se (comprensibilmente) gli organizzatori non sono soddisfatti, possono però essere contenti tutti coloro che avranno l’occasione di assistere a un festival meno affollato e perciò sicuramente più vivibile.
Dal canto suo, il Pukkelpop, nonostante dal punto di vista della programmazione musicale abbia visto anni migliori, festeggia invece il suo trentesimo compleanno con un “tutto esaurito”. Fino a pochi anni fa, il festival belga offriva line up ricercate a prezzi più competitivi rispetto al contendente olandese, ma i bei tempi sembrano finiti anche qui: quest’anno 4 giorni costano 199 euro.
Insomma, i festival musicali sono diventati un mega-business. Farsi un weekend lungo di musica, nel 2015, non significa più concedersi uno (stremante) break alla ricerca di suoni nuovi e trasgressione, quanto piuttosto farsi una vacanza salata e, vista la zona, ad elevato rischio pioggia.