Sembra che un certo numero di animali di un allevatore olandese sia affetto da una malattia incurabile. Il morbo, molto diffuso nel XX secolo, si riteneva ormai sdradicato nell’Europa occidentale. Eppure questi dati portano verso tutt’altra direzione.
Di fronte alla notizia, l’agenzia per gli standard alimentari NVWA ha invitato tutti i veterinari a prestare attenzione al Brucella Canis.
L’infezione batterica può essere trasmessa agli esseri umani come brucellosi, ma più comunemente tramite carne o latte infetti. La malattia non è mortale e può essere trattata con antibiotici, ma influenza gravemente lo stato di salute dei cani, soprattutto se diagnosticata in ritardo.
I sintomi sono dolore alla schiena e al collo, infertilità e difficoltà di espulsione. Gli animali infetti vengono solitamente soppressi. Ad un cane appartenente a un allevatore olandese è stata diagnosticata la malattia dopo aver sviluppato il mal di schiena, ha detto la NVWA.
Le indagini hanno dimostrato che Brucella canis fosse presente anche nella progenie del cane, la prima volta che la malattia è stata trasmessa nei Paesi Bassi.
Nell’uomo, la brucellosi ha sintomi simili a una febbre alta e può diventare cronica se non trattata, ma raramente è fatale. Il 1909 è stato un anno periodo di grande diffusione, con un tasso di mortalità stimato intorno al 2%.
Si parla di “febbre di Malta“, dal momento che in passato l’infezione colpiva coinvolgeva un numero piuttosto elevato di abitanti dell’isola. La pastorizzazione e il miglioramento dell’igiene alimentare sembravano sufficienti per debellare la malattia in tutte le regioni del Mediterraneo. Tuttavia, questi nuovi casi registrati hanno smentito il successo, creando una nuova allerta.