Gli abiti che indossiamo rivelano sempre qualcosa sulla nostra personalità. La moda esprime la nostra identità, ciò che siamo e ciò che consideriamo importante.
Partendo da questo concetto, l’Amsterdam Museum propone una mostra particolare, nel tentativo di costruire un dialogo tra passato e presente. Fino all’8 settembre 2019, sei importanti stilisti contemporanei esporranno le loro creazioni, mettendole a confronto con la storica collezione del museo, incentrata sulla moda del XVIII e XIX secolo.
Tra i primi nomi, non si può dimenticare quello di Ninamounah, un giovane marchio olandese che sta riscuotendo sempre più successo. Di recente, il brand si è distinto per la collaborazione con Glamcult, nel lancio di una capsule Collection.
Nell’esposizione, Ninamounah si concentra sulle forme e i tagli più in voga del momento, con l’intento di provocare il pubblico. Vogliamo ancora una vita sottile perché è imposta dall’ambiente o da noi stessi? O piuttosto da entrambi? Domande come queste sono alla base delle sue creazioni, che diventano uno strumento per riflettere sul mondo del fashion. Una linea che procede controcorrente, rifiutando gli standard.
Diverso il tema di Patta, uno store divenuto riferimento irrinunciabile nella scena streetwear olandese. Nato otto anni fa, Patta si è distinto nel cuore della capitale olandese, proponendo una vasta scelta di calzature dei migliori brand internazionali. In particolare, in questa esposizione riflette sugli stivali, domandosi se questi siano importanti solo per la loro funzionalità pratica.
Ma pensando a personaggi dello scorso secolo, come Sophia Lopez Suasso, Patta trae una conseguenza importante. Le scarpe sono fatte anche per essere collezionate, sulla base del loro valore interseco, sia culturale che sociale.
Marga Weimans è stata una delle prime stiliste olandesi a divenire famosa in tutto il mondo. La sua moda diventa il riflesso di esperienze personali, in cui la tradizione africana è un denominatore costante, così come i temi della bellezza e della tecnologia.
E nella mostra all’Amsterdam Museum questi aspetti non vengono meno. Una moda che unisce il gusto dei volumi ad un periodo storico molto preciso. Rievocando il commercio degli schiavi, Marga Weimans disegna un’immagine di bellezza connaturata a quella della sofferenza. Le sue creazioni, con linee lunghe e sinuose, parlano di lacrime e di sangue, con un forte impatto sul pubblico.
E cosa dire delle proposte di Kosters? Il designer di moda olandese è apprezzato soprattuto per la vivacità dei colori e delle stampe e nell’esposizione trova un nuovo canale per farsi conoscere. La sua proposta per il museo riesce a cogliere il tema del nuovo e del vecchio più di tutti gli altri, rivelando grande sensibilità artistica. Kosters guarda agli abiti del mondo antico e li restituisce al presente, caricandoli di nuovo valori. Tutto questo senza mai perdere di vista l’amore per le trame, per l’esuberanza e per i ricami.
Opponendosi alla forza di questi colori, Art Comes First si concentra su tutte le sfumature di nero. A seconda di quale pigmento, tessuto o struttura è stato utilizzato, è possibile creare un colore sempre nuovo.
Per Sam Lambert e Shaka MaidohIl, il duo dei designer che sta dietro il brand, il nero non rappresenta solo un colore. Infatti, per loro il nero significa cultura nera, musica nera, amore nero. Nella passione per il menswear, la coppia non fa mai scelte causali, sforzandosi di garantire un’impronta distintiva ad ogni capo proposto.
Per concludere, resta da menzionare il nome di Karim Adduchi, un altro noto stilista olandese.
Un vero e proprio artista nella couture internazionale, che con i suoi abiti intende sollevare i problemi sociali. Fashion Statements diventa per lui un’occasione per parlare al pubblico, facendo del contrasto il tema dominante. Le sue creazioni rivelano forza e vulnerabilità, ma anche ricchezza e subordinazione. Il designer va oltre la superficie, alla ricerca della bellezza nascosta.