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Cinema, all’EYE in mostra Antonioni tra pellicole e storia di vita

di Martina Bertola

Che il cinema italiano sia molto apprezzato all’estero, non è un segreto. Tuttavia adoro quando, con una punta di sorpresa, scopro che anche nei Paesi Bassi, al cinema nostrano viene riservato uno spazio importante.

Mi riferisco all’esposizione dedicata a Michelangelo Antonioni che dal 12 settembre scorso, fino al 17 gennaio 2016 è all’EYE di Amsterdam.

All’ingresso mi accoglie “il manifesto” dell’esposizione, come tutte quelle dell’EYE molto ben curata: la celebrazione di Antonioni come maestro del cinema moderno. Segue quindi una parte biografica e tra proiezioni, foto e appunti che il regista prendeva scrupolosamente sui diari, inizia un viaggio cronologico nell’arte e nella vita del regista italiano.

La sezione centrale, più importante, è dedicata alla “trilogia esistenziale”: tre film che hanno portato Antonioni al riconoscimento da parte di critica e pubblico nazionali ed internazionali, soprattutto per l’innovazione estetica. Parliamo de: L’Avventura (1960), La Notte (1961), L’Eclisse (1962).

Caratteristica del suo cinema sono infatti i tempi lunghi e lenti. Particolare è l’uso dei silenzi. Antonioni si concentra sulla reazione dei personaggi agli eventi, piuttosto che sugli eventi stessi. Da questo punto di vista, quindi, ci troviamo davanti a un cinema che predilige l’estetica dell’immagine, riflesso dello stato d’animo dei personaggi, alla logica narrativa.

Ma se pare complesso, vi tranquillizzo subito: nella mostra sono presenti pannelli che accompagnano il visitatore, aiutandolo a leggere in maniera critica gli spezzoni dei film. Chi “non se ne intende”, insomma, è in grado comunque di comprendere approfonditamente ciò che sta vedendo.

Lasciata la sezione centrale, la visita continua verso la “scoperta del colore”, che in Antonioni (che era anche pittore) diventa ulteriore mezzo per coinvolgere lo spettatore nell’atmosfera della storia. Subito dopo il “periodo inglese e americano”, con un’intera sala dedicata a Blow-up (1966), film ambientato nella Swinging London anni ‘60. Presenti anche spezzoni dei due documentari, meno conosciuti, che Antonioni ha girato in Cina e India. L’ultima sala presenta infine le opere conclusive del regista, come Al di là delle nuvole, film del 1995 codiretto con Wim Wenders.

A tutto fanno cornice le fotografie e gli approfondimenti sugli attori ritratti da Antonioni: da Lucia Bosè a Monica Vitti, fino a Jack Nicholson.

Chiudo con un piccolo aneddoto personale. Quando a casa mia viene nominato Antonioni, qualcuno cita sempre le parole che mio nonno disse dopo aver visto l’Eclisse: “[accento bolognese] ma puoi stare un’ora a guardare l’angolo di un palazzo?”

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