La tragica storia della 17enne Noa Pothoven sta facendo il giro del mondo: anoressia, due violenze sessuali subite da bambina e un male di vivere che l’ha portata, giovanissima, e dopo un libro di successo che raccontava il suo tormento, a scegliere di porre fine alla sua esistenza con l’eutanasia.
Una tragedia privata che solleva, tuttavia, una serie di interrogativi di interesse pubblico. La stampa italiana, e poi quella internazionale, hanno dato ampio risalto alla vicenda mentre quella olandese sembra averla ignorata, per rispetto alla giovane deceduta oppure per altre ragioni.
Le principali testate italiane, hanno ripreso tutte -senza alcuna esclusione- la storia. Repubblica titola: “Eutanasia a 17 anni dopo lo stupro, la morte di Noa Pothoven scuote l’Olanda” mentre Annalisa Grandi, sul Corriere della Sera, scrive “La ragazza ha chiesto e ottenuto di essere sottoposta all’eutanasia, e la legge olandese lo consente. Era stata violentata da bambina. In un post il messaggio di addio”. Anche l’ANSA parla della vicenda, così come la Stampa, che scrive “La giovane è morta domenica in casa con l’assistenza medica fornita da una clinica specializzata”.
La notizia è diventata virale in fretta anche in altri paesi e se in Italia ha scatenato una feroce discussione sui social, tra i sostenitori del diritto alla dolce morte e i “pro life”, altrove vengono aggiunti altri dettagli. Secondo Euronews, ad esempio, parla di un tribunale a l’Aja che avrebbe dato il via libera alla richiesta di eutanasia.
La stampa olandese non ne parla
La vicenda puo’ apparire verosimile ma un dettaglio appare evidente: oltre all’account Instagram della sfortunata giovane, fonte della notizia sono solo due giornali dello stesso gruppo editoriale, il portale del quotidiano nazionale AD e quello del quotidiano locale Gelderlander. La notizia, quindi, ha una sola fonte. Su portali nazionali olandesi di tv e quotidiani (NOS, RTL, Telegraaf o Volkskrant) non c’è traccia della vicenda.
La spiegazione possibile è che trattandosi di una dolorosa storia privata, la stampa olandese abbia scelto -ad eccezione di AD- di rispettare il lutto della famiglia. Eppure la stampa internazionale ha posto l’accento sull’eutanasia praticata ad una minorenne, un aspetto -certamente- di rilevanza pubblica. Allora, perchè la stampa olandese ha ignorato la vicenda mentre all’estero impazza il dibattito?
Cosa hanno scritto, davvero, AD/Gelderlander?
Stando ai giornali italiani la questione centrale è l’eutanasia ma tanto su AD quanto su Gelderlander non si parla esplicitamente di dolce morte. Il paradosso, insomma, è che la stampa estera -citando, tra l’altro, proprio il quotidiano di Rotterdam come fonte- parli di eutanasia quando AD non ne fa menzione in maniera esplicita. AD, inoltre, parla dell’ospedale allestito in casa ma il dettaglio che l’ospedale fosse stato allestito per l’eutanasia, riportato dai media italiani, non è presente nell’articolo in olandese,
Come fonte originale era stato citato il quotidiano Gelderlander che il 1/12/2018 aveva raccontato la storia di NOA, titolando: “Noa (16) non ne puo’ più della sua vita a pezzi”.
Nell’articolo si parla del suo libro “Winnen of leren”, degli abusi sessuali nascosti per molto tempo, dell’anoressia e della sua fatica di vivere. Ma l’unico accenno esplicito all’eutanasia è stata la sua visita nel 2018 al Levenseindekliniek, un centro a l’Aja specializzato nella dolce morte. Era stata lì senza che i genitori lo sapessero ma aveva ricevuto risposta negativa: i medici non avrebbero acconsentito ad aiutarla a morire perchè troppo giovane, scriveva Gelderlander.
Quindi una richiesta di eutanasia negata a dicembre, sarebbe stata poi accolta a maggio? Possibile ma di questo, in nessuno dei due articoli c’è traccia.
Nel pezzo del Gelderlander viene raccontato l’inferno che ha passato Noa: “Noa è stata ammessa molto spesso negli ultimi anni, in ospedali e centri specializzati. Con orrore, ripensa ai trattamenti sanitari obbligatori[…] Le misure coercitive sono umilianti, dice Noa. Non dimenticherà mai come è stata portata alla corte di Arnhem, dove i giudici hanno deciso l’ammissione forzata in un centro di cura […] Il giudice l’ha fatta ammettere in un istituto nell’Achterhoek per sei mesi. “È un inferno”, dice. Il suo internamento è stato deciso per impedire che si suicidasse. Il trattamento della sua anoressia arriva in secondo piano. Nel frattempo, Noa continua a lasciarsi morire di fame. L’internamento di un mese non aiuta. Sarà trasferita in un istituto nella regione di Arnhem.[…]”
La stampa internazionale, dove ha trovato le informazioni? La fonte “zero” in inglese
Mentre scriviamo non sappiamo se davvero a Noa sia stata praticata l’eutanasia oppure se le cagionevoli condizioni di salute che anni di denutrizione e di anoressia, le siano state fatali negli ultimi giorni della sua vita. Non sappiamo, insomma, se si sia lasciata morire di fame oppure se i medici le abbiano iniettato un mix letale di barbiturici per rispettare le sue volontà. Gli unici due articoli in olandese non chiariscono la questione e il post su Instagram (nel frattempo rimosso dal social network) con il suo testamento lascia aperta la questione.
Il primo portale internazionale a riprendere la notizia in inglese è stato il Daily Mail, alle 15 del pomeriggio del 4 giugno, mentre la notizia originale è stata pubblicata in olandese da AD la scorsa domenica. Via via gli altri media hanno ripreso la storia con il portale La Repubblica il primo, in italiano, alle 16.
Tutti i portali internazionali parlano, quindi, di eutanasia ad eccezione del Daily Mirror che scrive “si è lasciata morire di fame”, specificando che le cause del decesso non sono note.
Conclusione
Alla giovane Noa Pothoven, 17anni, è stata praticata l’eutanasia? Allo stato attuale non c’è alcuna informazione che possa stabilirlo in maniera definitiva nonostante i titoli della stampa internazionale. Le precarie condizioni di salute e il no ricevuto lo scorso anno alla richiesta di eutanasia, in assenza di altre fonti oltre ad AD, possono far pensare che la giovane sia morta per denutrizione.