Con i risultati definitivi, che confermano il secondo exit poll, i risultati olandesi si profilano più nettamente a favore dei partiti europeisti; SP e PVV perdono la rappresentanza al Parlamento europeo, e il Pvda sale a 6 seggi.
Il Pvda, trascinato dall’”effetto Timmermans”, ottiene uno straordinario risultato, raddoppiando i voti rispetto alla debacle delle politiche del 2017, la sinistra nel suo complesso, perdere un seggio: nonostante l’exploit laburista, infatti, l’SP è fuori dal parlamento ma Pvdd -il Parito per gli Animali- tiene il seggio e D66 ha subito pesanti sconfitte. I voti, insomma, sono travasati da questi movimenti ai laburisti. Buon risultato anche per il Groenlinks, che salirebbe a 3 eurodeputati.
Ma il risultato più netto è a destra: giù Wilders e il PVV che esce dal Parlamento europeo, su il VVD di Mark Rutte, che guadagna un seggio, ed ingresso senza botto di FvD che va a Bruxelles con 3 seggi. Conti alla mano, sarebbero proprio i 3 seggi in meno del PVV.
L’antieuropeismo, insomma, non ha pagato: premiati tutti i partiti pro-Europa e premiata la figura di Frans Timmermans, l’olandese più noto in Europa, forte del prestigio guadagnato come vice-presidente della Commissione europea.
Il VVD sarà il secondo partito con quattro seggi insieme al CDA mentre Forum voor Democratie (FvD) tre, proprio come GroenLinks. New entry il “partito dei pensionati”, 50Plus che guadagna un seggio.
Ma Wilders riuscirà, comunque, ad entrare al Parlamento europeo: dopo la Brexit -infatti- all’Olanda spetteranno 3 seggi in più. Questi tre verranno ripartiti con il meccanismo dei resti e così Groenlinks e VVD riceveranno un seggio in più e il PVV riuscirà, comunque, ad entrare al Parlamento europeo.