La conferenza stampa di presentazione del progetto EMA, tenuta ad Den Haag il 29 gennaio, non ha chiarito ma semmai amplificato i dubbi sulla posizione della capitale olandese nella complessa operazione di trasferimento dell’Agenzia.
E’ proprio di ieri la notizia che l’Italia chiederà all’UE di riaprire il fascicolo sull’assegnazione della sede europea mentre l’amministrazione di Amsterdam è impegnata nel trovare una soluzione a due questioni rilevanti: come garantire il lavoro dello staff dell’EMA anche nella fase di transizione in attesa di una sede definitiva, che durerà quasi un anno, e soprattutto come assicurare alloggi per i dipendenti e posti sufficienti nelle scuole internazionali per i figli.
L’assessore all’economia e vice-sindaco Udo Kock ha escluso corsie preferenziali per i dipendenti dell’ambita Agenzia ma ha assicurato l’impegno del comune nel favorire la “relocation”, coinvolgendo anche le scuole internazionali di altre città olandesi.
L’assessore, però, batte forte sul tasto delle ‘ridotte dimensioni della capitale’: non c’è posto ad Amsterdam se consideriamo Amsterdam solo la città, ha detto ha margine della conferenza stampa. Ma se per Amsterdam intendiamo anche Almere, Alkmaar e Zandaam allora l’arrivo dei 900 dipendenti può essere facilmente ammortizzato dal mercato immobiliare.