Eindhoven, discriminazioni e razzismo contro gli expat non occidentali

L’Olanda è rinomata nel mondo per la sua “tolleranza” ma quanto emerge da un’inchiesta di ED la situazione sarebbe ben diversa.

Il giornale di Eindhoven si è concentrato sulla vita notturna della città, scoprendo che molti studenti stranieri sono vittima di discriminazioni nei locali. Avere il colore della pelle diverso può essere motivo di respingimento da parte dei buttafuori olandesi.

Questo problema non è nuovo in città, ma le misure prese in passato, come gli hotspot anti discriminazione, non sembrano aver funzionato.

A. 25 anni, colombiana, è una ricercatrice che lavora presso il TU di Eindhoven. Nel week end era solita fare un po’ di vita notturna con gli amici, ma le cose sono cambiate quando si è vista rifiutare l’ingresso in un locale a causa del colore della pelle. Non è servito nemmeno mostrare il tesserino da studente. “Tutti i miei amici sono entrati” ha detto la ragazza sotto shock per essere stata esclusa in maniera così evidente.

In precedenza A. ha studiato in Portogallo, a Malta, ad Anversa e non ha mai riscontrato problemi del genere, era sicura che fosse impossibile potesse accadere nei Paesi Bassi.

La slovena Gaja Pegan Nahtigal, studentessa presso la Design Academy, ha vissuto un’esperienza simile. Il suo racconto sembra incredibile: “Mentre sono in fila davanti al locale, entrano trenta persone. Poi seguono due miei amici bianchi. Va male, però, a un amico thailandese con una pelle leggermente più scura. È ovvio che viene rifiutato per la sua apparenza. Quando ho chiesto perché non gli fosse permesso entrare, la guardia giurata he risposto con nonchalance che aveva una borsa finta.” Questa risposta è stata interpretata come “borsa gay”.

Nahtigal e il suo amico thailandese cercano un poliziotto per denunciare l’accaduto, nel frattempo al situazione si surriscalda perchè un’altra loro amica protesta energicamente contro la guardia e per questo viene atterrata.

Nahtigal è incredula: “alla gente di Eindhoven sembra non importare nulla finchè non accade a loro.”

Santiago Princ, originario dell’Argentina, ha assistito alla seconda volta in cui A. è stata rifiutata da un locale. In questo caso la guardia di sicurezza ha detto che “i pantaloni non erano adatti”. Lei in quel momento indossava dei normalissimi pantaloni dritti neri. Gli amici della ragazza hanno provato ad insistere chiedendo quale fosse il problema specifico, ma la guardia ha risposto con alzate di spalle.

Non è la prima volta che ad Eindhoven viene segnalato un problema simile. L’amministrazione ha provato ad affrontare la situazione, ma tutto sempre troppo complesso e radicato per trovare una soluzione semplice. A complicare le cose è l’impossibilità di comprendere effettivamente i numeri del fenomeno, c’è un divario tra il numero di persone che si sentono discriminate e il numero di persone che effettivamente denunciano.

Secondo Cyriel Triesscheijn, direttore dell’agenzia anti-discriminazione Radar e della Meldpunt Discriminatie Eindhoven, la discriminazione all’interno degli Horeca è molto difficile da segnalare. Mentre chi viene discriminato sul lavoro è più portato a denunciare, in questi altri casi è difficile stabilire se la discriminazione avviene per esempio sulla base del colore della pelle o sul sesso. In più molti non denunciano perchè se vengono esclusi da un locale si accontentano di trovarne un altro dove possono entrare.

Ci sono delle misure che potrebbero essere attuate, afferma Triesscheijn, come sanzioni più rigide oppure politiche più trasparenti nei locali.

Tuttavia non saranno sufficienti per convincere A., Nahtigal e Princ a rimanere in Olanda dopo i loro studi.

L’immagine dei Paesi Bassi come paese super-tollerante è completamente idealizzata” dichiara Nahtigal, “C’è un grave problema di razzismo. Resto qui per godermi la migliore educazione, ma non appena riceverò il diploma scapperò da questo luogo razzista e ipocrita“.

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