Author pic: Tauno Tõhk Source: Wikipedia License: CC BY 2.0
In un pezzo d’opinione sull’Economist, dal titolo “Dutch courage” si dice che l’Olanda, dalla fine dell’Età dell’oro nel 1672, non si era mai isolata dal contesto europeo tanto, come oggi. All’Eurogruppo, scrive il settimanale finanziario britannico, il governo olandese si è trovato solo ed isolato a sostenere la linea dura contro gli aiuti al sud.
Alla fine, il 9 aprile scorso, un compromesso è stato raggiunto ma, scrive l’Economist, “il rifiuto olandese di andare oltre ha fatto arrabbiare molti europei. Il bersaglio della loro ira è il ministro delle finanze Wopke Hoekstra.” Soprattutto nella parte ‘moralista’, quando si è chiesto del perchè l’Italia non abbia risparmiato a sufficienza per poter fronteggiare l’emergenza come ha fatto l’Olanda. Anche se la sua contrarietà agli eurobonds è condivisa da altri paesi, l’obbligo di condizioni per il MES rimane una posizione, isolata, olandese.
Se da un lato Italia e Portogallo sono compatti nel criticare i Paesi Bassi, e soprattutto il ministro Hoekstra, dall’altro proprio il ministro è ora un “eroe” nel suo Paese: “Gli olandesi, come i tedeschi, hanno un’avversione culturale nei confronti del debito, soprattutto se condivisi con quelli di cui non si fidano. Hoekstra ha dichiarato a una commissione parlamentare che gli eurobond sono inaccettabili perché l’Unione europea “non ha un’autorità centrale in grado di costringere i paesi a riformarsi”. La crisi dell’euro ha rafforzato la convinzione olandese secondo cui il credito senza condizioni non è solidarietà ma irresponsabilità.”
In realtà, la questione è meno culturale e più politica: Hoekstra sarà, per le elezioni del prossimo anno, capogruppo del suo partito, probabilmente in competizione con il premier Mark Rutte. Entrami, CDA e VVD, cristiano democratici e liberali, stanno lottando per evitare il sorpasso a destra dei partiti sovranisti. ” Tuttavia, la posizione di Hoekstra è popolare perché riflette le convinzioni che condivide con la maggior parte degli elettori olandesi. “La politica estera olandese è spesso profondamente moralizzatrice: siamo ricchi, quindi conosciamo la verità e vi diremo come dovete riformarvi”, afferma Rem Korteweg del Clingendael Institute, un think tank olandese, al settimanale britannico.
La Germania può ringraziare l’Olanda per aver svolto il “lavoro sporco” di rigorosa, in questo frangente ma a breve, probabilmente, lo scontro potrebbe farsi più duro. “La giustizia fai-da-te non sta guadagnando molti amici ai Paesi Bassi”.