Durante quello che può essere già considerato come uno degli inverni più caldi mai visti, la questione ambientale resta più attuale che mai. Tra le varie possibilità per risolverla vi è il movimento dell’ecofemminismo: creato dalla femminista francese Françoise d’Eaubonne, vede strettamente connesse le donne alla terra attraverso un legame divino.
In precedenza si è già trattato di questo argomento, grazie al lavoro di Jasmine Nihmey Vasdi. L’ecofemminismo, infatti, potrebbe essere una via da seguire per salvare il pianeta dalla catastrofe climatica, causata principalmente dal sistema capitalista patriarcale. L’attivista torna a trattare dell’argomento in un altro articolo in cui si concentra sulle donne che portano avanti il movimento, ognuna in forme diverse.
La prima citata è Chaia Heller perché ha messo in chiaro un concetto molto importante: non è stata l’intera umanità a distruggere il pianeta, ma solo l’1% di essa. Il problema ambientale si sposta così il problema su un piano sociale.
Greta Gaard segue la stessa linea, essendo anarchica, correlando l’ecofemminismo all’ecosocialismo. Per lei, i rapporti di classe influenzano anche quelli tra umanità e natura. La Gaard ha formato una serie di comunità in tutto il globo per insegnare come si possa contrastare l’elite dominante.
Anche l’attivista e saggista indiana Vandana Shiva ha formato una serie di comunità in tutto il mondo. Shiva conduce in prima persona battaglie contro multinazionali, come ad esempio Monsanto, e si attiva per la diffusione della ricerca scientifica. Uno dei suoi obiettivi è incoraggiare l’azione nonviolenta del singolo nei confronti della società.
Se l’ecofemminismo ha dentro di sé un legame divino, Winona LaDuke porta avanti un ecofemminismo dove al centro vi è proprio una relazione religiosa con la Madre Terra. Secondo LaDuke, gli esseri umani dovrebbero mostrare una devozione alla Terra, attraverso una serie di pratiche spirituali. Questi atti servono a riconoscere la forza della natura e ad aumentare la consapevolezza che tutti noi abbiamo nei suoi confronti.
Infine, uno sguardo è rivolto alle nuove generazioni: Greta Thumberg, che è ha dato inizio al movimento Friday For Future e Autumn Peltier, giovane attivista di 15 anni, impegnata in battaglie per i diritti dell’acqua. Grazie anche a loro l’ecofemminismo è più attuale e vivo che mai anche tra i più giovani.