di Serena Gandolfi
pics Elisa Scrocchi
Ore 20.30, al sesto piano del civico 37 di Ottho Holdingstraat, si festeggia il compleanno di Nina. L’atmosfera è quella delle migliori compagnie: Spotify diffonde la giusta playlist, qualcuno spiega come si fa un Bellini, una ventina di persone discorrono amabilmente godendosi l’ultima luce. Un party tra amici ma gli invitati sono degli sconosciuti, e il solo pensiero che ronza loro in testa non è quando arriverà la torta, ma: “avranno già cominciato a recitare?”.
No, non si tratta di uno strano esperimento sociale dal vago senso esistenzialista. Ci troviamo a una performances dello Scriccioli Theatre Lab, un piccolo collettivo di attori che da una stagione sta portando in giro di appartamento in appartamento una pièce di teatro sperimentale.
Lo spettacolo si chiama Echoes, come gli echi dei ricordi ancora vividi nella memoria di chi partecipa. Ilaria Forciniti, la regista, affiancata dagli studenti del suo corso Nina Virant e Marco Amoroso portano in scena tra gli ambienti di una casa un mix tra storytelling e teatro. “Ogni stanza ha una sua energia” racconta Ilaria a 31mag.nl “il soggiorno è un luogo più conviviale, mentre la camera da letto si presta a confessioni più intime”.
Il pubblico viene accompagnato per le stanze dell’appartamento dove i tre attori alternano monologhi, scambi e racconti di esperienze realmente vissute. Nell’intimità svelata, permessa dalla dimensione dello storytelling, gli spettatori vengono coinvolti “gentilmente” nella performance. Ecco che allora dalle figuracce di Marco raccontate in bagno tra uno sputo di dentifricio e l’altro, si passa alla stanza da letto in cui Ilaria adagiata sui cuscini confessa ricordi di disavventure quotidiane.
Entrando e uscendo dalla cornice teatrale, in un gioco che sfida il limite tra recitazione e realtà, lo spettatore si inserisce dentro la narrazione stessa fino a diventarne personaggio. Echoes ruota attorno al concetto di memoria vissuta. L’asse del racconto è traslato in maniera tale da rendere il pubblico parte stessa del ricordo degli attori. Nelle ultime battute Nina e Marco sospirano ricordando quella bellissima festa quando, proprio in quella casa, avevano festeggiato il compleanno sorseggiando Bellini in compagnia di una ventina di amici.
La pièce gira per vari appartamenti di Amsterdam, alimentata dal passaparola di amici e partecipanti entusiasti che scelgono di offrire la loro casa come teatro per gli attori e nuovi spettatori. A fine performance le espressioni dei partecipanti oscillano tra il divertimento e il disorientamento. Entrati come sconosciuti, escono con una leggera familiarità ai tratti altrui. Un’esperienza che sarebbe impossibile provare tra le poltrone di una platea.
“Ogni volta che mettiamo in scena Echoes, il risultato è diverso. Il pubblico non è solo passivo, ma interagisce in modi sempre differenti. Mi piacerebbe creare uno spazio in cui lo storytelling diventasse un pretesto perché tutti si sentissero liberi di raccontare le proprie esperienze” spiega Ilaria.
A fine estate lo Scriccioli Theatre Lab ricomincerà a girare per le case della Capitale.
https://www.ilariaforciniti.com/theatre-projects