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Mark Rutte ha escluso di formare una coalizione con il PVV di Geert Wilders, secondo partito nei sondaggi, all’indomani delle elezioni del prossimo 17 marzo, ricorda NOS. PVV e FvD sono stati ufficialmente esclusi dal premier uscente e il portale della tv pubblica si chiede: è opportuno escludere un partito?
Secondo il docente André Krouwel è onesto essere chiari prima delle elezioni e dire subito a chi vota, che la propria formazione esclude certe combinazioni. La politologa Léonie de Jonge dell’Università di Groningen vede nei “cordoni sanitari” una lunga storia: ora, tuttavia, i partiti populisti sono stati “sdoganati” in un certo senso ma Rutte non ha bisogno di Wilders, perché i possibili invitati al tavolo per formare un governo sono diversi.
Secondo Krouwel, fare governi con partiti populisti porta sempre a pessime conclusioni: è successo in Olanda con la lista Pim Fortuyn e poi con il PVV: ” A volte va bene con un populista partito al governo, ma di solito no. ”
La domanda, dice NOS è: come trattate con i partiti populisti di destra? Secondo la politologa De Jonge, le possibilità sono tre: collaborare con loro, copiarli o escluderli. Rutte, con l’esclusione, ha scelto -dopo le prime due- di provare anche la terza opzione.