I poliziotti che a novembre avevano arrestato l’attivista anti-monarchico per aver pronunciato in piazza “si fotta il re” non avrebbero mai immaginato cosa avrebbe potuto scatenare questo loro eccesso di zelo: dopo la notizia del processo per lesa maestà a danno di Abulkasim Al-Jaberi, per essersi rifiutato di pagare i 500euro di multa per aver insultato la casa reale, la rete si è scatenata. Ieri pomeriggio, Twitter ha dovuto bloccare l’hashtag #fuckdekoning diventato “topic trend” dopo che il popolo di internet si era “vendicato” della reazione del pubblico ministero di Amsterdam che aveva ignorato qualunque appello al pragmatismo. D’altrone se è vero che il codice penale olandese prevede i reati di vilipendio alla corona (fino a 5 anni di carcere) è altrettanto vero che l’OM (il pubblico ministero) avrebbe facoltà di chiudere il caso “perchè persegurlo non è di interesse pubblico”.
Perseguire i tweet #fuckdekoning, anzi no
In un’intervista al quotidiano AD, tanto per gettare altra benzina sul fuoco, il pubblico ministero ha affermato oggi: “ogni singolo tweet di insulto alla casa reale, può essere perseguito. Ma non lo faremo, perchè abbiamo altro di occuparci”. La reazione non si è fatta attendere e twitter continua ad essere sommerso di insulti alla casa reale con ora, una menzione particolare, anche al ligio servitore dello stato. Che, tuttavia, rompendo il pragmatismo ha ritenuto la decisione del collega che ha firmato il rinvio a giudizio “un errore”.
Guai a chi parla male della corona: 16 condanne dal 2000
Che la situazione nei rapporti tra corona e critiche non sia lo specchio del noto pragmatismo olandese, non è una novità in Olanda: se ai Windsor, Oltremanica, si può dire ciò che si vuole, non altrettanto vale per l’Olanda. Dal 2000, dice Nu.nl, sono state emesse 16 condanne per vilipendio. In due casi, i manifestanti erano stati arrestati solo per aver esposto cartelli di critica. Nessun insulto, solo dissenso.
Indietro tutta
Intanto, l’ufficio del pubblico ministero che ha incriminato Abulkasim Al-Jaberi, fa sapere che il 27 maggio non si terrà alcuna udienza: l’avvocato dell’attivista, infatti, avrebbe presentato una mole tale di documentazione da richiedere alla corte altro tempo per studiarla. La verità, probabilmente, è che l’OM deve essersi accorto di quanto grande questa storia è già diventata.