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“Dilemma verde” sulle turbine: come equilibrare transizione e rispetto dell’ambiente?

La Corte dei Conti Europea ha lanciato un avvertimento su quello che chiama il ‘dilemma verde’ legato alla massiccia costruzione di aerogeneratori offshore nel suo rapporto. Nonostante l’energia offshore sia fondamentale per la transizione verde dell’Unione Europea, la sua crescita potrebbe avere un impatto negativo sull’ambiente marino, dice NOS.

Il rapporto della Corte dei Conti Europea evidenzia i rischi per la vita marina e sottolinea che, nonostante l’UE cerchi di armonizzare l’energia eolica con la biodiversità, la Commissione Europea non ha condotto alcuna ricerca sugli effetti potenziali sull’ambiente marino. Questi effetti potrebbero comprendere lo spostamento di specie di uccelli e pesci e cambiamenti nella struttura di tali popolazioni.

L’Unione Europea vuole accelerare la transizione energetica per diventare indipendente dalla Russia e la costruzione su larga scala di aerogeneratori contribuisce a questo obiettivo, ma potrebbe causare danni all’ambiente e conflitti con i pescatori che potrebbero assistere ad una diminuzione del loro lavoro.

Nikolaos Milionis, membro della Corte dei Conti Europea che ha guidato la ricerca, ha sottolineato l’importanza dell’indipendenza energetica dell’UE, ma ha anche avvertito che la transizione energetica non deve comportare gravi danni sociali o ambientali.

L’UE ha obiettivi ambiziosi mirando a raggiungere una capacità di 61 gigawatt entro il 2020 e 340 gigawatt entro il 2050, mentre la capacità attuale è di 16 gigawatt anche se gli stessi autori del rapporto ritengono che questi obiettivi siano difficilmente realizzabili: l’energia offshore può essere generata utilizzando tecnologie eoliche, tecnologie oceaniche (come l’energia delle maree e delle onde) e tecnologie solari galleggianti.

Attualmente, quasi tutta l’energia offshore rinnovabile nell’UE è prodotta mediante eolico, con la Germania che detiene la maggiore capacità, seguita da Paesi Bassi, Danimarca e Belgio.

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