Michielverbeek, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
Un fiume ha anche dei diritti, come il diritto di scorrere, il diritto al recupero e il diritto a essere libero dall’inquinamento: ecco perché organizzazioni come Maas Cleanup lanciano l’iniziativa “Maas in de wet”, Maas nella legge e fanno partire una petizione.
Ciò significa che il fiume ha diritti e doveri, proprio come una persona o un’azienda. Con 50.000 firme sotto la petizione, i promotori potranno parlare davanti alla Kamer: “Esiste già in Nuova Zelanda, per esempio”, spiega l’avvocato Nina Rijsterborgh. Lì hanno dato personalità giuridica al fiume Whanganui. Le persone e gli enti con questa tutela possono intervenire a sostegno del fiume.
“Dobbiamo discutere con L’Aia come questa cosa possa adattarsi anche al sistema legale olandese”, dice l’associazione a 1Limburg. E spera che l’azione ispiri anche Belgio, Germania, Francia e il Lussemburgo, paesi attraversati dal fiume.
La ragione per dotare il Maas ( Mosa in italiano, n.d.r.) di diritti risiede nelle grandi quantità di plastica che vengono ripescate: il Maas è il fiume più sporco dei Paesi Bassi e del Belgio, con 1020 rifiuti per 100 metri di sponda olandese. Il 95,8% è costituito da plastica.