La Corte penale internazionale (ICC) ha dichiarato di avere l’autorità per indagare sui presunti crimini nei territori occupati della Palestina in una decisione fortemente condannata da Israele.
Venerdì, 5 febbraio, l’ICC ha stabilito che ha giurisdizione sui territori occupati in Palestina da Israele nel 1967, nonostante l’incessante opposizione del Paese, riporta France24.
La decisione apre la strada ad un’indagine sui presunti crimini di guerra nella regione, sia da parte degli israeliani che dei palestinesi.
L’ICC è arrivata a questa conclusione sei anni dopo che l’ufficio della procuratrice capo, Fatou Bensouda, ha iniziato l’indagine preliminare sulla situazione nei territori. Bensouda aveva chiesto all’ICC di confermare la sua giurisdizione nella regione ormai più di un anno fa.
Anche se Israele non è membro della Corte, la Palestina ne è entrata a far parte el 2015 e ha richiesto l’indagine da parte della Corte.
L’ICC ha deciso che per questo caso specifico, la Palestina può essere considerata il Paese dove sono accaduti gli eventi sotto indagine. Inoltre, la Corte ha definito la sua giurisdizione territoriale, estendendola fino alla Cisgiordania, Gaza, e Gerusalemme Est.
Tuttavia, la decisione della Corte non era unanime. Infatti, uno dei tre giudici, Péter Kovács, ha presentato un parere contrario, contestando l’opinione che la Corte avesse giurisdizione sui territori in questione.
L’annuncio dall’Aia della decisione è stata accolta con gioia dai leader palestinesi e da molte organizzazioni per i diritti umani; vedono l’evento come un passo importante verso la giustizia per le vittime, dice Reuters.
Dall’altra parte, Israele ha severamente criticato la decisione come una mossa politica controversa senza una base legale valida. Sono anni che il governo israeliano aspetta questa decisione, ma ciò non toglie che la pressione internazionale sullo Stato continuerà a crescere.