Sytse Ferwerda , il fattorino di Deliveroo, ha perso la causa contro il gigante del delivery: continuerà ad essere classificato come freelance piuttosto che come impiegato.
La sentenza, pronunciata lunedì dai giudici della Capitale, ha stabilito che Ferweda sarà considerato un libero professionista. A fare fede è il contratto che lo studente aveva precedentemente firmato con la compagnia di consegne. In più, come sostengono i giudici, l’organizzazione oraria e le condizioni lavorative dei riders non possono essere considerate come quelle di un dipendente.
La Corte ha sotenuto inoltre che il sistema d’occupazione olandese non prevede forme ibride di collaborazione lavorativa. “Quando una conversione di contratti come quella fatta di Deliveroo incontra così tante critiche e contestazioni, sarebbe il parlamento a dover prendere provvedimenti” ha dichiarato il tribunale.
I sindacati, i riders e alcuni politici sostengono che le grandi compagnie come Deliveroo, convertendo i dipendenti a freelance, stanno raggirando la legge.
Ferweda, lo studente che aveva promosso un crowdfunding per finanziare la denuncia alla compagnia, sostenuto anche dal Partito Laburista, deciderà ora se fare ricorso oppure no.
Deliveroo ha dichiarato di essere attiva in una forma di lobby per modificare la legge in modo da renderla adattabile al sistema d’occupazione.
Altro caso giudiziario
Quella conclusa non è l’unica causa in corso contro Deliveroo Olanda: il sindacato FNV a giugno aveva portato la compagnia in tribunale per aver pagato i riders come fossero liberi professionisti.
A febbraio, i contratti dei 1750 corrieri di Deliveroo Olanda erano stati convertiti in collaborazioni a partita iva. Stando a Business Insider, la filiale britannica di Deliveroo starebbe richiedendo l’introduzione di uno “statuto” che chiarisca meglio e definisca i diritti dei riders senza che ne venga messa a rischio la figura professionale.
Lo scorso mese 50 corrieri inglesi hanno ottenuto un accordo con Deliveroo dopo aver protestato contro la l’abolizione del salario minimo e la mancanza di ferie pagate.